“INCIUCIO BILATERALE”

Mag 23, 2018 | Uncategorized

Sarebbe difficile ritornare all’immediato Dopoguerra, atteso che il secondo conflitto mondiale ha prodotto pericolosamente paesi intrisi di nazionalismo e di miseria, disperazione e strade piene di morti.
Il nazionalismo è la miccia che potrebbe fare esplodere un conflitto dal quale nessuno ne esce vivo.
“Ritorno al passato” potremmo sottotitolare il tanto decantato “patto di Governo” tra le “Stelle cadenti e il guerriero con la “Spada Tratta” per dare all’Italia un Esecutivo che si ostinano a chiamare “politico”, ma è stato indicato un premier “tecnico”.
Se il Presidente del Consiglio è un professionista, tutto il resto invece raccoglie il meglio dei sottoscrittori del documento in cui sono racchiusi gli impegni per lucidare lo Stivale.
Quindi un Governo misto, dove il Presidente Tecnico attuerà i suggerimenti dei Leader, che forti del voto saranno massicciamente coinvolti, andando a ricoprire incarichi di primaria importanza. Circolano voci che Salvini andrà agli Interni e Di Maio accorpa Lavoro e Sviluppo Economico.
Fin qui nulla di nuovo, il problema sorge a livello internazionale e prioritariamente per gli impegni sottoscritti dal Belpaese in ambito UE. Le difficoltà potrebbero essere notevoli, visto che nel “contratto” è scritto in termini inequivocabili che molte posizioni dell’Italia in ambito Comunitario vanno ritrattate.
Ecco allora il cuore delle questioni che nelle prossime ore andranno definite: quale “equilibrio” troverà la nuova maggioranza di governo nel contesto internazionale che comunque è in movimento visti i recenti i risultati politici di Austria, Ungheria, Grecia e Polonia?
Se aggiungiamo la situazione della Spagna e la devastante portata della Brexit, primo caso nella storia di un Paese che decide di lasciare l’Unione, si legge chiaramente che l’Europa è attraversata da profonde divisioni che generano nuove aggregazioni penalizzando le forze tradizionali.
Le lotte intestine nei paesi partner dell’Unione, potrebbero condizionare le stesse elezioni previste nel 2019 per il rinnovo del Parlamento europeo.
A tutto questo bisogna aggiungere il risultato delle Elezioni del 4 marzo che denota un radicale cambiamento proprio delle politiche europee, che però riguarda uno dei Paesi più importanti e dal più imponente debito pubblico. Perché questo è rilevante? Semplice, perché l’Europa non può reggere un’altra palese “fuga”, men che meno se a farlo è uno dei soggetti di primaria grandezza.
Ecco allora perché nei prossimi mesi serviranno nervi saldi e idee chiare.
Lega e M5S dovrebbero giustamente attuare i loro accordi, ma nessuno dimentichi che la somma dei voti di entrambe le formazioni è poco sopra a 16 milioni, mentre a calpestare il suolo italico siamo oltre 60 milioni.
Ci risulta problematico accettare che poco più di 1/4 di cittadini che si sono espressi in favore di una formazione “giamaica” possano compromettere il futuro dei 3/4 degli Italiani.
Sarebbe il caso che i nuovi uomini al potere, sottoponessero alle valutazione dei cittadini italiani, eventuali decisioni in ordine all’Unione Europea che con tutti i difetti resta il faro delle future generazioni!
Un conto è discutere a brutto muso, innovare, cambiare e riformare, ben altro è prendere la strada di una contestazione “assoluta”, perché ci porterebbe su un binario morto e, quindi, pericolosissimo.
La nuova formazione “giallo – verde” è chiamata a governare, non ad un’avventura senza strategia e senza prospettive. Il tempo della campagna elettorale è scaduto, ora bisogna governare, con atti legali e concreti. Ponendo al centro nei fatti gli interessi e il portafoglio degli italiani, le scaramucce non ci appartengono.