INDIFFERENTEMENTE. SE NON CI FOSSE “IL SALVAGENTE” CHE…. (Iniziativa Comune)

Set 25, 2018 | Dalla Confeuro

Racconta dopo un’inchiesta, sui solft drink (bibite analcoliche) che consumiamo tutti i giorni?
Come uno sterminio silenzioso. Dalla tavola al bicchiere: le microplastiche sono dannose e noi, indifferentemente ce le beviamo.
La bibita è un analcolico a base di acqua naturale o acqua gassata con carbonato di sodio (comunemente detta soda) e quasi sempre addizionata ad aromi e sostanze dolci (zucchero oppure dolcificanti o fruttosio). Tali bevande possono contenere anche caffeina, taurina (in particolare i cosiddetti energy drink) e/o gomma arabica e vengono utilizzate a volte nella preparazione di cocktail.
Tra le bibite rientrano la gazzosa, il chinotto, l’acqua tonica, le spume all’arancia, al cedro o al pompelmo e le bibite a base di cola.
Per il confezionamento è diffusa, oltre alla confezione in lattina, l’imbottigliamento in bottiglie in vetro o plastica PET.
Tutti sanno meno che i consumatori, per essere chiari, ogni anno otto milioni di tonnellate 8 di rifiuti e plastica alimentano i mari. Una fila interminabile di camion spazzatura che senza sosta scaricano il loro carico nell’acqua. Per fortuna che ci sono i pesci che mangiano tutto e noi gustiamo loro. Anche vivi, ma abitualmente da morti: tonno, pesce spada, sgombro, spigola, granchi, cozze e altri tipi di molluschi, saltare nei piatti e ci invogliano a consumare i microframmenti della plastica, altrimenti, essendo invisibili, faremmo difficolta a ricercarli. Ad occhio nudo queste particelle non si vedono, proprio le dimensioni microscopiche ne fanno un vettore privilegiato per sostanze tossiche come interferenti endocrini, molecole cancerogene e batteri.
A questo punto interviene il Salvagente, il mensile leader nei Test di laboratorio contro le truffe ai consumatori. Nel numero in edicola – ottobre 2018 – è pubblicata la prima ricerca, che il mensile dedica al mondo delle microplastiche contenute in18 bottiglie di bevande industriali. Tutte sono risultate contaminate con valori che vanno da poco meno di una particella in media per ogni litro di bevanda a quasi 20. Seven Up, Pepsi, San Benedetto, Schweppes, Beltè, Coca-Cola, Fanta, Sprite sono solo alcuni dei marchi finiti sotto la lente d’ingrandimento.
I microframmenti della plastica arrivano agli esseri umani risalendo la catena alimentare.
Il fenomeno che ne emerge è preoccupante e non ancora adeguatamente monitorato. Ciò che è certo è che l’emergenza coinvolge tutti e rischia di innescare un effetto boomerang devastante per noi e il pianeta. <> . Il WWF Italia ha lanciato una petizione (che si può firmare su change.org/plasticfree) per chiedere di mettere fuori produzione le microplastiche da tutti i prodotti (a cominciare dai detergenti) entro il 2025, confermandone il divieto nei cosmetici dal primo gennaio 2020
Nulla da aggiungere, ma per favore firmiamo la petizione, non tanto per noi, ma per quelli come
noi che nasceranno.

Gruppo di Cooperazione e di Proposte