INTERVENTO DAL TERRITORIO (Iniziativa Comune)

Set 13, 2018 | Dalla Confeuro

Riceviamo e pubblichiamo.
Accade oggi, accade come tutti gli anni, accade che, l’unica via di uscita dalla crisi ricade sul licenziamento degli operai!
Siamo a Guidonia Montecelio in provincia di Roma, siamo nel “secondo comune non capoluogo di Provincia più popoloso d’Italia” un comune di circa 89 mila abitanti della città metropolitana di Roma Capitale.
Il territorio comunale è costituito da una falda storica di Travertino, materiale già utilizzato a partire dall’impero romano per la costruzione di opere architettoniche. Nel secondo dopo guerra il comune ha avuto un vertiginoso aumento demografico, dovuto principalmente alla crescita dell’area metropolitana, portando con se una forte presenza industriale.
Infatti l’industria storica di questo territorio è proprio quella legata all’estrazione del travertino e alla fabbricazione della calce. Le ultime calcare chiusero a metà delle scorso secolo., ma l’estrazione del travertino invece, pur se proseguita ininterrottamente.
Cosa accade oggi? In questi giorni, circa 2000 operai e le loro famiglie vivono la loro quotidianità in bilico, attualmente tutte le attività sono sospese, e gli operai esausti in piazza a scioperare, e al proprio fianco, i rappresentanti dei ” Sindacati di categoria”…….
Cosa succede? Nulla…. SILENZIO… La storia della cave di Guidonia Montecelio è molto semplice. Da una parte c’è una Regione che, senza alcuna distinzione politica, sta cercando di risolvere il problema mettendo sul tavolo tutte le possibili soluzioni immaginabili. Dall’altra c’è un’amministrazione comunale che invece, non adempie al mandato elettorale e a quello legislativo, nascondendosi sempre e costantemente dietro un ‘no’.
Un quadro davanti al quale non sembrano profilarsi possibili mediazioni.
Ma a pagare sono loro, GLI OPERAI ancora una volta, in questi casi non pagano gli imprenditori e la loro incapacità manageriale, non è la politica a pagare e la loro bandiera, ma sono solo GLI OPERAI e le loro FAMIGLIE!
Chi in quel lavoro non vedeva mai crisi, oggi nella piena inconsapevolezza a fine mese deve fare i conti con una rata di un mutuo, un figlio studente universitario, magari anche fuori sede, e a tutti gli ostacoli quotidiani della vita.
Molti di loro scelgono la nostra struttura, si affidano ogni giorno a noi, anche per parlare delle loro necessità o semplicemente per sfogare la loro rabbia, molti di loro sono nostri assistiti, dove ogni giorno pur di sfogare la propria preoccupazione ci aggiornano su eventuali accaduti delle ultime ore. Nei loro occhi non c’è solo rabbia, nei loro occhi si legge preoccupazione, incredulità soprattutto paura, paura di perdere il proprio lavoro e vedersi sgretolare i sacrifici di una vita, come il vento fa con la polvere, la stessa polvere che per anni hanno respirato in quelle cave.
Eppure tutti sapevano e “non sapevano”: prima o poi succedeva! Affermazione e pensiero un po’ di tutti…
Direzioni e scelte, manageriali o politiche sbagliate, non spetta a noi parlarne e giudicare, a noi resta a cuore la vita dei nostri assistiti e delle loro famiglie, perché sono sempre loro a pagare le conseguenze derivanti da scelte sbagliate.
Una categoria sempre lasciata allo sbando. In queste scelte non contano nulla, un’azienda può aprire come può chiudere, optare per una cassa integrazione o per un licenziamento, ma a pagare sono sempre loro GLI OPERAI!!!
Oggi siamo tutti un po’ creduloni e grandi sognatori, forse sarà l’aria della “nuova” politica che arriva, a livello nazionale e governativa, da qualche mese a questa parte, ma è solo di passaggio, ma continuiamo a sognare, perché spesso la strada dell’idea e dell’azione viaggiano su due binari paralleli e mai coincidenti tra di loro.
Viviamo da mesi forse da anni, nella politica delle promesse, tutto “nuovo” ma, riflettendo in maniera cauta è tutto “vecchio”!
Si prende spunto da qualche riforma di vecchia data per poi rielaborarla e renderla nuova e personale, e dimostrala al grande pubblico come un continuo SLOGAN ELETTORALE.
Ebbene si siamo il grande pubblico non più cittadini italiani, pronti ad applaudire e fischiare a seconda dello spettacolo che abbiamo davanti, perché nel 2018 nessuno ancora, ha il coraggio di alzarsi dalla platea, salire sul palco e diventare il nuovo ANTAGONISTA della scena.
Qualcuno negli ultimi anni è riuscito in parte, in tutto questo, ma con obiettivi poco credibili, con il passare dei mesi si sono rilevati privi di azione, azione vera, mirata e precisa, dove la politica promessa al popolo, diventava per l’ennesima volta la politica dei palazzi.
Eppure su quel palco nazionale e non solo, abbiamo visto tanti protagonisti, tanti “capolavori moderni” ma, con un enorme dubbio, non sappiamo ancora oggi, se si trattava di commedie ironiche o di vere e proprie tragedie.
Siamo bravi e preparati, a costruire e fare politica, sul generale malcontento popolare, è troppo facile illudere promesse ad un pensionato che non arriva a fine mese, a un disoccupato con famiglia, “regalando” loro la “speranza” di una pensione più equa o un lavoro stabile e duraturo nel tempo.
Spero, anche per i nostri assistiti, di non vivere di promesse e finte speranze, ma di ritrovare il vostro lavoro prima possibile, per la vostra serenità e soprattutto per quella della vostra famiglia, che da qualche settimana manca nella vostra casa.
Siamo nel 2018, e a pagare sono sempre loro GLI OPERAI, una grande azienda diventa tale, solo se, alla sua base gerarchica è composta da essi, fondamentali e vitali, ma sono sempre i primi a pagare le conseguenze di una CRISI.
Un uomo che perde il proprio lavoro IERI, OGGI, DOMANI, perde la propria dignità, la propria serenità la propria voglia di lottare e continuare a vivere, UN UOMO CHE LAVORA VIVE!
Siamo vicini ai lavoratori delle cave e alle loro famiglie!
ARBIA ATTILIO