* IO SONO EUROCOLTIVATORI *

Ott 31, 2018 | Dalla Confeuro

Quando alla fine degli anni ‘80 molti si resero conto che l’agricoltura era tutta nelle mani della Comunità Economica Europea che da tempo “orientava e decideva” le sorti degli agricoltori europei nel rispetto dei patti e che nel mentre i singoli stati avevano sottoscritto l’accordo di Maastricht, che fissava i parametri stringenti per i paesi che sarebbero entrati nell’area EURO.
Con gli accordi siglati nella cittadina olandese, si sanciva la fine dei contributi a pioggia, ed segnava l’inizio di una agricoltura più ragionata e che il futuro degli Agricoltori europei si chiamava “produrre meno eccedenze e più mercato”.
Poi tutta una serie di accordi, correttivi, limiti, parametri, vincoli di bilancio, impegni da rispettare per limitare le eccedenze, con l’estrema razio del set aside (ti pago per non produrre). Mentre le nostre più rinomate consorelle, continuarono a considerare Bruxelles una vacca da mungere e con il cappello sempre pronto per chiedere e invocare contributi per il nostro mondo, senza rendersi conto che l’Europa aveva frenato per affrontare meglio le curve di un percorso che si presentava sempre più difficile nel contesto dell’economia mondiale.
Prendendo le distanze da discorsi e critiche sterili, eravamo un pugno di agricoltori, simpatizzanti e amanti della natura e dell’ambiente. Con decisione e senza tentennamenti scegliemmo come interlocutore previlegiato l’Europa, che da tempo determinava le sorti dell’agricoltura del vecchio Continente: con politiche che riguardavano i filoni più importanti dalla zootecnia, al latte, cereali, ortofrutta, vino, olio d’oliva e leguminose.
Quote, Tetti, Divieti, gli ingredienti per destabilizzare le piccole e medie aziende agricole.
Convinti di essere sulla strada sbagliata, dove a tenere banco erano le pressanti richieste di aiuti non finalizzati, spontaneamente ci siamo riuniti in

ASSEMBLEA SINDACALE
COLTIVATORI, IMPRENDITORI AGRICOLI, LAVORATORI AGRICOLI
E PICCOLI PRODUTTORI PROVENIENTI DA TUTTE LE REGIONI D’ITALIA
NEI GIORNI 5 E 6 OTTOBRE 1990
IN ROMA – HOTEL PINETA PALACE,
DOPO TRE GIORNI DI AMPIO E ARTICOLATO CONFRONTO SUL TEMA:
“UOMINI LIBERI PER L’UNITA’ DEL MONDO AGRICOLO, RISPETTANDO LA NATURA,
L’AMBIENTE, LA QUALITÀ DELLA VITA”
APPROVATO
LO – STATUTO – ALLA PRESENZA DEL NOTAIO
DOTT.SSA RITA FIUMARA, CON CONVIZIONE, DETERMINAZIONE E IMPEGNO COLLEGIALE
– NASCE L’ASSOCIAZIONE

E U R O C O L T I V A T O R I

Donne e Uomini liberi di stare insieme, con regole democratiche, pluraliste, senza fini lucrativi. Per contribuire alla la costruzione di una Europa politica, come impulso ad uno sviluppo diffuso ed equilibrato nel rispetto delle tradizioni storiche culturali, sociali ed economiche delle genti delle Regioni d’Europa.
Eurocoltivatori da sempre spinge per un cambiameto radicale delle politiche agricole europee, la PAC va ripensata, destinando le risorse prioritariamente alle piccole e medie imprese che producono cibo e tutelano l’ambiente.
Ancora oggi, sono i molti che l’Unione Europea nemmeno la conoscono. Si nasce e si diparte nella più totale indifferenza. In tanti esistono solo perché registrati all’anagrafe, quando li senti parlare dicono solo e sempre: “io non so niente e non ho niente!”
In questo modo si dà la colpa alla provvidenza! L’unica colpevole che travolge tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto dal quale rimangono vittime gli ignari, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Come finirà la narrazione delle quote latte, non saremo noi a batterci il petto, per falsi e furbi, resta comunque l’amarezza che la politica come sempre è riuscita a penalizzare gli onesti e favorire i meno sensibili al rispetto della Legge.
I governi dovrebbero spiegare come mai – invece di crescere – il Belpaese si è “immiserito e impoverito cosi tanto, proprio nel momento in cui l’Europa viaggia spedita con lo sviluppo, il lavoro e l’affermazione di quei Paesi che hanno rispettato, anche solo in parte, gli accordi.
Oggi ai pionieri della Pineta Sacchetti si sono aggiunti altri 147 mila, qualcuno si è smarrito per la strada colpevolmente perché non ha seminato per raccogliere pane per tutti, ma ha forzato le colture al punto che hanno preso il sopravvento le infestanti.

Troppo inchiostro per “il niente”, oggi più che mai abbiamo bisogno di una visione chiara, limpida e soprattutto trasparente dello Stivale e dirompente dell’Europa e del coraggio che serve per aprire una storia nuova – fatta di contenuti diversi, metodi diversi, leadership diverse.
Il nodo da sciogliere è il modo di concepire e di applicare le regole, opportunamente adeguate per riscrivere pagine vere di una Europa che può funzionare, solo se gestita politicamente e non burocraticamente.
Noi dell’Eurocoltivatori, che da sempre ci battiamo per migliorare l’Italia, nel contesto della UE, la nostra convinzione è che l’Europa cresce e porta benefici per tutti, solo se pensa europeo e agisce da macro soggetto con un potenziale di oltre 550 milioni di cittadini europei.
Resta l’amarezza che, dopo circa trent’anni le priorità restano quelle discusse, approfondite e diffuse dall’Eurocoltivarori il 5 e 6 ottobre del 1990.