“FRECCIA ROSSA” (Iniziativa Comune)

Ott 31, 2018 | Dalla Confeuro

“Possibile che proprio tu ci lasci? Come mai non hai trovato lavoro, eppure se… Queste le domande degli amici, al 2° binario, in attesa della “freccia rossa”. Il treno ritarda per cui uno risponde: “Ho disperatamente cercato un lavoro per la mia professione, presso aziende con una certa solidità, un titolare serio ed onesto e con la possibilità di affermarmi facendo carriera”.
Le affermazioni trovano riscontro in un sondaggio della Kelly Services, Talent@work, che ha intervistato oltre 14mila candidati in diversi Paesi Europei includendo tra l’altro, anche la leadership, che in molti, con i tempi che corrono, la considerano fondamentale.
In particolare, sono considerati valori fondanti il senso di responsabilità e l’onestà. E poi non uno, sono in tanti che se ne vanno. Oggi muoiono nel Mediterraneo. “Quando gli emigrati eravamo noi, morivamo nell’Atlantico, Buttarono nell’Oceano donne, un bambino e molti vecchi, in tutto quasi venti persone”. Così con voce roca raccontava mio nonno. A bordo del ‘Matteo Bruzzo’, gli dicevano ‘coma esto, gringo de mierda’, mangia questo. Era pane e vermi. Vide morire di fame una donna incinta. Ma nulla poteva fare!
Fuggono. Volano via. Laureati o diplomati, ma anche poco scolarizzati e pensionandi, alcuni con famiglia, aiutati dai parenti che con una mano sventolano il fazzoletto e con l’altra benedicono la partenza!
Tra le mete preferite figurano Germania, Svizzera, Francia, Brasile e Stati Uniti. I dati Eurostat riportano anche Spagna, Ungheria, Croazia ed altre mete. In breve gli Italiani iscritti all’Aire superano i 5 milioni, (circa il 10%).
Non sempre si tratta di cervelli in fuga, fenomeno che tocca persino la Germania. La nuova emigrazione esporta braccia e sudore. Una mobilità che cambia volto. Oltre ai laureati e ai ‘masterizzati’ nel mirino di multinazionali e istituzioni, oltre ai giovani «cittadini del mondo» che per brevi periodi sperimentano l’ebbrezza delle metropoli europee, aumentano i trasferimenti di lavoratori che non hanno avuto la possibilità di studiare o per nulla qualificati che, «una volta arrivati a destinazione, vengono sfruttati al limite dell’umano», spesso «da altri nostri connazionali». Caporalato di stile ottocentesco al tempo di Internet e dei telefonini. Non tutti resistono, alcuni dati riportano che in Inghilterra (Londra) ogni mese un italiano si suicida. Anche questa è emigrazione?
Lo scarica barile indotto per depistare le responsabilità non è accettabile. Su tutto il vero problema è che “il lavoro è scomparso, dall’agenda del governo, non ne parlano. La necessità di creare nuova occupazione è scomparsa. E intanto hanno varato una Legge di Bilancio che rischia di metterci nella posizione peggiore con le istituzioni europee”.

Se fosse davvero una ‘manovra sociale’, dovrebbe guardare alle risposte sul tema del lavoro, ad un piano straordinario per l’occupazione giovanile, né fanno cenno alla scuola e nemmeno agli studenti.
Una manovra lontana dalla realtà di un Paese, tagliato a metà, dove i ragazzi del pezzo Sud sembrano come inesistenti, mentre i giovani del pezzo Nord si dichiarano NO TAV. I manovratori invece hanno scelto di tagliare a vanvera, per garantire un fisso che definiscono di “cittadinanza”. Anche i conti con il fisco non sono chiari, prevale la iniquità in quando “Sono dei condoni, anche se hanno cambiato il nome, li hanno camuffati e truccati”.
Questo lo scenario, decantato da forze moderne, che hanno assunto impegni, che chiamano “cambia mento”. Polso e temperatura del paziente Italia, invece segnano “isolamento asfissiante con carenze di opportunità in ogni settore economico, civile, politico e sociale”, è naturale che i giovani che si vogliono affermare, salgono sulla “freccia rossa”, che è appena partita ad alta velocità per recuperare il ritardo.
A bordo ogni muro è un ricordo, ogni volto è un conoscente che ti saluta e ti stringe la mano con un sorriso.
“So che vagherò in ogni luogo, mangerò pane forestiero, soffrirò, conosco il dolore, la solitudine, la nostalgia, so che un giorno ritorno all’ovile, dove mi aspetta il mio cane, senza ipocrisia”.

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