LA LIBERTÀ DI DISSENSO VA GARANTITA

Mar 26, 2019 | Dalla Confeuro

#IOSTOCONSAVIANO e con Luis Sepulveda ed altri, scrittori come Salman Rushdie, Javier Cercas, Nathan Englander.
Per solidarietà A.M.I.CO riporta le posizioni di vicinanza del mondo della cultura.

“La querela a Roberto Saviano, oltre che grottesca, è solo l’ennesimo selfie di Salvini, mascherato da mago i cui trucchi non sorprendono più nessuno”. Così Luis Sepúlveda a proposito del rinvio a giudizio dello scrittore italiano dopo la denuncia del ministro dell’Interno.
Il romanziere cileno è convinto che il vicepremier e capo della Lega “non potrà più nascondere con un’immagine costruita a forza di selfie dove compare mascherato da pompiere, poliziotto, giudice e boia, la triste realtà del demagogo che si accanisce a coprire un’accusa con una querela”.
Dalla Francia, l’ex ministro socialista della Cultura Jack Lang denuncia un tentativo di “imbavagliare” Saviano: “Censurare un artista è un crimine moralmente inaccettabile perché è il depositario della libertà di espressione, uno dei fondamenti della nostra civiltà”.
Per Tahar Ben Jelloun l’autore di Gomorra è diventato “l’uomo da abbattere”. Ben Jelloun si rivolge a Saviano che ha incontrato a Parigi: “Caro Roberto, lo scrittore, diceva Victor Hugo, è il testimone del suo tempo. Hai avuto il coraggio di dire ciò che vedi, ciò che trovi attraverso le tue inchieste. Non è piaciuto. Sei stato e sei ancora minacciato. Oggi, invece di ringraziarti e sostenerti per il grande lavoro che hai intrapreso, un ministro ti perseguita. Sappi che la verità e la giustizia sono dalla tua parte. Quindi, sii fiducioso. Siamo in tanti a esprimerti la nostra solidarietà e amicizia”.
Lo spagnolo Fernando Aramburu dice: “Un uomo che da una posizione di potere architetta di punire chi lo critica è un uomo debole”. Irvine Welsh ricorda le azioni “razziste” e “intolleranti” del ministro dell’Interno contro cui Saviano si è battuto. “I tribunali dovrebbero incoraggiare la critica del comportamento fascista in una democrazia – commenta lo scrittore scozzese – e non cercare di punire coloro che si schierano contro”.
Il romanziere francese Olivier Guez: “Sostengo Saviano. In Europa, nel XXI secolo, la libertà di opinione e di pensiero sono valori intangibili. La lotta di Saviano è la lotta di tutti gli scrittori europei”.
Anche in Italia, il mondo della cultura si mobilita.
Nadia Terranova scrive su Twitter: “Un hashtag è misera cosa e dobbiamo trovare nuovi modi per fare opposizione, esprimerci in modo forte e non farci dettare l’agenda dai bulli di governo. Tuttavia misera cosa è meglio di niente, dunque: #iostoconSaviano #nessunotocchiSaviano”. Altri messaggi arrivano da Sandro Veronesi, Giuseppe Genna, Diego De Silva.

Il sindacalista Aboubakar Soumahoro: “Quale concetto ha della legge un ministro della Repubblica che si chiama fuori da un processo e poi ricorre alla stessa legge a cui ha scelto di non sottoporsi per rispondere a chi lo critica?”. Anche il direttore di La7 Andrea Salerno e la regista Francesca Archibugi si schierano con Saviano, mentre Erri De Luca commenta: “Condivido la frase incriminata di Saviano, la sottoscrivo e me ne faccio carico”.
L’autore algerino Kamel Daoud si domanda: “Dovremmo dare la colpa al ministro italiano per aver trascinato in tribunale uno scrittore di talento e un uomo di coraggio come Saviano? Forse no”. Per Daoud sotto accusa c’è un’altra Italia, “quella che resta in silenzio o acconsente, quella che crede di trovare la soluzione nel pagliacciata politica, che la trova ammissibile, la rende possibile”.
“Un reuccio non viene al mondo con un parto naturale ma attraverso il consenso della maggioranza che non dice nulla. E se oggi l’Italia si trova a giudicare i suoi scrittori, significa che non ha né futuro né democrazia”. Daoud vede il rischio di trasformare i processi in “funerali della libertà”. “Un saluto a Saviano – conclude – ha appena vinto il vecchio duello, così umano, tra chi è libero e indegno”.

Fonte: La Repubblica.it