LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA PUNTA SU PRECISION FARMING E SICUREZZA

Dic 11, 2018 | Dalla Confeuro

Sensori per la raccolta dei dati in campo, droni, sistemi di guida satellitare, dispositivi per la gestione a rateo variabile degli input, sistemi Isobus, ecc. Fino a oggi meno del 2% delle aziende agricole italiane hanno adottato queste tecnologie e solo poco più dell’1% della superficie agricola del nostro paese è gestita con sistemi di agricoltura di precisione. Non hanno aiutato la diffusione dei sensori la dimensione ridotta delle aziende agricole, che rende gravosi gli investimenti in tecnologie di questo tipo, e l’età media degli imprenditori agricoli. Tuttavia le tecnologie diventano sempre più accessibili e l’obiettivo deve essere quello di consolidare questo tipo di agricoltura, così come è avvenuto in Usa, Germania e Francia, arrivando come spera il Mipaaft ad avere il 10% dei campi gestiti con sistemi di precisione entro il 2021. I vantaggi d’altronde sono molteplici: per il reddito dell’impresa, per la qualità delle produzioni, per l’ambiente e per la semplificazione della gestione di tutte le attività agricole.meccanizzazione
Un freno all’innovazione è l’obsolescenza dei mezzi con cui le imprese agricole devono fare i conti quotidianamente. Secondo i dati di fonte Inail, nell’ultimo anno analizzato (2016) il settore agricolo e forestale ha registrato quasi 200 infortuni mortali. Più della metà di questi incidenti è legata all’uso di trattori il più delle volte vecchi e in condizioni di manutenzione non buone. L’acquisto di mezzi meccanici di nuova generazione e rispettosi delle attuali normative costituisce la soluzione più efficace per ottenere una maggiore efficienza e sicurezza nelle operazioni. Per facilitare l’acquisto di macchine nuove, Unione europea, Governo e Regioni hanno elaborato forme di incentivazione, dai Psr ai finanziamenti Inail per l’acquisto di mezzi con alti requisiti di sicurezza, fino a strumenti come la Legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali e le tante disposizioni specifiche varate dalle singole regioni in base alle esigenze territoriali. L’alternativa all’acquisto è la revisione, che porta un miglioramento qualitativo del parco macchine, ripristinando quelle caratteristiche che i mezzi hanno perso con gli anni (spesso anche a causa di modifiche arbitrarie apportate dagli operatori), ma che soprattutto agisce sulla sicurezza.
Il mercato italiano delle macchine agricole registra nei primi dieci mesi dell’anno un passivo per quanto riguarda le trattrici, in calo del 6% (dati FederUnacoma), e le mietitrebbiatrici, che segnano una lieve flessione (-1,5%). Nel 2017 si sono contate 22.700 trattrici nuove e 35.200 usate, e dobbiamo dunque valutare che la domanda di macchinario è stata effettivamente di 57.900 unità complessive. La quota dell’usato, che rappresenta il freno ad un miglioramento qualitativo del parco macchine (20 anni l’età media delle trattrici usate), risulta peraltro in forte crescita. A questo si aggiunge un calo della domanda estera per alcune tipologie di macchine, che si riflette sulla produzione dell’industria italiana. A fine anno il fatturato complessivo delle trattrici dovrebbe fermarsi a quota 1,8 miliardi, con un decremento dell’8,3% rispetto al 2017. Compensa la crescita della componentistica di settore (stimati 2,7 miliardi pari ad un incremento del 10%) e dall’andamento stabile della produzione di macchine per il giardinaggio e la cura del verde (800 milioni il valore).

Fonte: Terra e Vita