LA PRESUNZIONE È UN VIRUS! (Iniziativa Comune)

Set 3, 2018 | Dalla Confeuro

… Nessuno parli a mio nome! …
In questo Paese basta salire le scale del palazzo, per sentirsi depositario del mandato di tutti, praticamente il facilitatore dello Stivale. È un virus contagioso che infetta, indipendentemente dai colori della casacca che indossano.
La forza di una classe dirigente è tale solo se comprende le ragioni dei Cittadini, impegnandosi a trovare le necessarie soluzioni. Altrimenti resta prigioniera nelle solite gabbie, mostrandosi molto sensibile alla lacrima e poi dal piccolo schermo sembra che ci guardi con i lucciconi negli occhi, come dire: “ci sto provando ma … i barbari non se ne vanno?”
Ma chi sono i barbari? Gli avversari politici, gli oppositori? O gli amici dello stesso colore? Oppure tutti noi?
Anche se la pensi diversamente, praticamente all’opposto, non ti fanno controbattere, ti zittiscono, sul serio. Molti dei nuovi illuminati ti zittiscono e parlano a nome di tutti gli italiani e azzardano anche a nome di alcuni extra al soldo del “capo”. Insomma tutto fa zuppa, anche se non c’è pesce!
“Not in my name”, recita un famoso ritornello, oggi questa affermazione come non mai la faccio mia!!
Sono stufo di ascoltare cose che non penso e mai dette; di essere accomunato come adepto di chi si atteggia come il mitologico “Marte”!
Più che politici “DEI”, sembrano “strillari” ambulanti non molto diversi dai “Vu cumprà”! L’unica spiegazione, questi signori sono da annoverare tra quelli che volutamente hanno saltato la pagina più nera della nostra Storia.
Non si dica altro a mio nome, ognuno parli per sé e, non abusi della carica. Questo modo di agire non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini multi etnici, anche se il Vecchio Continente è claudicante e i problemi non mancano, ma siamo uomini liberi e riconosciamo le nostre responsabilità. I signori che stanno occupando le istituzioni della Repubblica, ottenuto lo scopo, parlano, annunciano e promettono a nome di tutti e, più di uno, azzarda a “nome del popolo” forse non gli è chiaro che è un servitore dello Stato?
Non si parli a mio nome; l’arroganza, la rabbia, l’ignoranza, le ingiurie, la violenza morale, il tuttologismo e le imprecazioni di scopo non mi appartengono, né tampoco è sopportabile la cantilena delle buone intenzioni e l’arte di camuffare i problemi, mentre i fessi devono snocciolare il rosario.
Non mi rappresentano i processi sommari o le truppe cammellate al soldo delle Signorie che pontificano dagli scranni del “potere”. A parlare sono i fatti che evidenziano le strumentalizzazioni dei criminali che si sentivano realizzati camminando sui cadaveri, solo perché qualcuno gli aveva fatto credere che quello era l’unico modo per far rialzare la testa al proprio popolo. Se le nefandezze si ripetono è palese che sono ancora in tanti che fingono di non conoscere quel tempo in cui la storia è scritta col sangue.
Mi identifico nelle tante iniziative di resistenza civile, umana e culturale di cui nessuno parla perché non urlano abbastanza, non sfasciano tutto, non fanno danni, ma capaci di fare solo del bene. Mi immedesimo con i senza lavoro, mi trovo bene con i lavoratori onesti, i ricercatori, gli studiosi, i volontari e le associazioni non lucrative. Riaffermo il mio impegno alla lotta culturale non violenta contro una politica marcia, ignorante, sorda, cieca ed egoista, ma senza mai smettere di difendere la Costituzione Repubblicana che rappresenta tutti noi di oggi, di ieri e quelli di domani. Chi finge di agire per gli altri, ma poi si scopre che fa i propri interessi, abusando delle difficoltà dei cittadini, o gira la testa dall’altra parte di fronte alla violenza “amica”, perché la vede agire in direzione dei propri obiettivi, non mi rappresenta. Ognuno parli per sé e a suo nome, indipendentemente dalla poltrona che occupa. Di me e degli altri come me, non si parli, né si può girare la frittata a proprio piacimento, né sopporteremmo l’ennesimo raggiro: noi chiediamo e guardiamo i “fatti”. Ove continuassero i misfatti, siamo pronti a scalare anche la montagna, disarmati e senza piccozza; l’arma non ha importanza, ciò che conta è arrivare in cima con le idee giuste e la convinzione di agire nel giusto, ma solo se a giudicare siano gli altri.
Questa deriva è inaccettabile, né qualcuno pensi, solo perché il vento ha cambiato verso, di “comandare”!
Si fa sempre più pressante la necessità di un bagno di realismo. La forza di una classe dirigente è tale solo se comprende e agisce negli interessi di tutti, accettando il dissenso, il confronto, ascoltando chi vorrebbero non parlasse, senza minacciare l’ordine democratico e la magistratura.
La democrazia è un’altra cosa!!
Rocco Tiso Portavoce Iniziativa Comune