LA SENTINELLA DI SAPRI

Set 4, 2018 | Dalla Confeuro

…erano 300 giovani e forti e sono morti..
Sullo scoglio dello Scialandro c’è la statua in bronzo della Sentinella – La spigolatrice di Sapri.
Dopo la metà del XVIII secolo, Carlo Pisacane e un gruppo ristretto di mazziniani, organizzarono la spedizione di Sapri, che prevedeva la liberazione dei detenuti politici dalla prigione borbonica di Ponza e quindi provocare una rivolta contro i “Borboni” oppressori del popolo.
Allo sbarco era presente una lavoratrice dei campi, intenta alla spigolatura del grano che incontra Pisacane e se ne invaghisce; la donna parteggia per i trecento, ma assiste impotente al loro massacro da parte delle truppe borboniche.
Pisacane, con alcuni superstiti riuscirono a fuggire a Sanza, dove furono ancora aggrediti dalla popolazione aizzata contro i superstiti – dai gendarmi e dalla guardia urbana.
Dopo alcuni anni, G. Lazzaro, uno dei dirigenti del Comitato liberale clandestino, commemora:
“Erano trecento giovani e forti ma sono morti”. “Alle uccisioni anche le donne si videro precipitarsi come belve inferocite su disbarcati, ad alcuno de’ quali fu data la caccia su pe’ monti come a fiere, e trucidato barbaramente. A quella popolazione poco o nulla culta fu dato ad intendere che si trattasse di briganti, di ladri, di pirati che scendevano a rubare ed a saccheggiare. Le arti più nefande da parte delle Autorità furono aggiunte al piombo ed alla baionetta ; talchè da que’valorosi si ebbe a lottare non solo contro le forze ordinate del Governo, ma contro i pregiudizi e gli errori di tutta intera una popolazione”.
Dopo due secoli, a tenere banco è ancora l’invisibile, viaggia su onde magnetiche che hanno deciso le sorti del mondo, aprendo spazi, notizie mirate, salvate vite umane e non solo, contestualmente hanno aperto ferite mai rimarginate. Ciò che è inaccettabile è la manipolazione, le cose dette, pilotate ma non vere.
Manzoni nella Pentecoste parla della luce che cade uguale su tutte le cose, mentre ogni cosa emana un colore diverso.
La comunicazione è luce della conoscenza e la politica sa quanto essa sia forte strumento di persuasione. La politica non può prescindere dall’intelligenza; essa, per suo compito, organizza la vita sociale. Mentre il popolo, invece di ignorarla deve interessarsi e partecipare per impedire ai prepotenti di manipolarla a loro piacimento.
Se si tiene conto che nell’ultimo mezzo secolo, il progresso scientifico e tecnologico ha prodotto nuovi strumenti per trasmettere e soprattutto si sono affermati i social network che hanno trasformato radicalmente il “concetto” stesso di comunicazione rendendola interattiva. Se il mondo cambia, bisogna stare al passo e capirlo, altrimenti si cade nell’errore come il popolo di Ponza, trucidando ogni buona intenzione.
I social network sono strumenti di comunicazione; potentissimi di cui i popoli del mondo dispongono, si contattano milioni di persone, ha differenza dei media tradizionali che sono inaccessibili.
Non sempre tutto il romanzo si fa leggere, perché a prevalere è la volgarità, l’arroganza, la presunzione, poi ci sono falsi opinionisti e i soliti soggetti del malaffare. Perfino politologi incapaci di impostare un progetto di rivalsa dei cittadini.
Noi italiani siamo afflitti da istituzioni oppressive ma è anche dal “menefreghismo”, patologico,
non ci curiamo di capire, o peggio senza capire ci improvvisiamo mastri con la presunzione di sapere oltre i confini dell’umano.
Nessuna comprensione, né solidarietà per coloro che si definiscono tuttologi, pozzi del sapere meglio definibili “perdenti”