ROTTA PER IL SOLE (Iniziativa Comune)

Set 4, 2018 | Dalla Confeuro

L’Italia è un Paese bellissimo, tutti invidiano il nostro cibo, la limpidezza delle acque e più di ogn’altra cosa, vorrebbero rubarci il “sole”.
“Rotta per il sole”: così recitava un cartello, all’inizio di un vialetto brecciato, che saliva verso la montagna. L’ascesa era ripida, tortuosa, piana di insidie, ai lati filo spinato, e via via che si saliva, da lontano sagome di giovenche intente a pascolare.
Poi i cani e con essi un giovane pastore che ci fa segno con la mano di fermarci. Ci siamo, davanti a noi uno il Laboratorio spaziale da cui si osserva l’universo, uno spazio infinito dove viaggia Parker Solar Probe che cercherà di capire cosa accelera le particelle del vento solare e cosa influenza il loro movimento. Segue a ruota la missione Solar Orbiter (ESA), che vede impegnata massicciamente anche l’Italia che contribuisce a fornire materiale Tecnico, per essere ampiamente ripagati da immagini spettacolari che chiariranno la ciclicità delle macchie solari.
Sarebbe affascinante un viaggio nello spazio, per scoprire nuovi mondi, in barba ai costi, e ai milioni di euro, ai disoccupati, ai cercatori che non trovano, anche perché i nostri super esperti di economia sembrano un disco rotto, visto che chiunque va al comando anche i “giallo – verdi” (coalizione spuria), dopo gli scongiuri, ci mettono in ginocchio di fronte ai debiti e agli impegni europei non rispettati.
Qualcuno fa ancora riferimento alle “cambiali di Maastricht in parte ancora da onorare e a brutto muso ammonisce: “Il Lavoro è ancora tutto una “scommessa”, per le “pensioni minime mancano i soldi”, per il “reddito di Cittadinanza” vedremo”. Intanto il tempo passa ma dopo il “dignità” niente!
Ma un satellite non si nega a nessuno, mentre su “science” a ferragosto si legge della velocità della morte (non è quella che ha raggiunto le vittime del ponte).
Per la prima volta gli scienziati hanno potuto vedere la morte muoversi attraverso una cellula, misurando con precisione la velocità con cui viaggia: 30 micro metri al minuto, pari a 2 millimetri l’ora.
Tutto questo pone nuovi interrogativi sull’ordinamento dell’universo, anche il “credo” diventa politico e ritorna il fuoco incrociato che accende la corsa sfrenata al “posto d’onore”, insomma il solito filone, la stessa direzione, ma nel collo di bottiglia passa uno solo: il “verde”.
Al bicolore, che galleggia con il vento in poppa delle correnti, generate dalla fiducia dei Cittadini, segnaliamo che il popolo si aspetta come primo atto che il cambiamento abbia inizio dai “predicanti” e aggiungono: basta diktat, minacce, ritorsioni e rinvii, promesse e vendette!! Anche se bisogna convenire che strategicamente un rapido processo penale sui media, con l’individuazione e la punizione (verbale) dei responsabili in poco tempo, è un’ottima distrazione di massa per non affrontare argomenti politici più spinosi, soprattutto per tenere buoni i loro sostenitori, che alle parole preferirebbero i fatti.
Insomma anche i nuovi eroi della Repubblica prendono tempo. Il tempo è la moneta della vita che possediamo e possiamo spendere. Farlo impropriamente è come una dichiarazione di fallimento.
Oggi, ci vuole coraggio per dire anche cose che un tempo nessuno osava contraddire, per puro principio d’autorità. Il compito essenziale di chi ricopre incarichi pubblici dovrebbe essere dire le cose come stanno. Non tanto la verità, materia spesso opinabile, se non addirittura filosofica, ma ciò che si deve. Nell’interesse di una comunità.
Ancora nelle ultimissime ore, i due vicepresidenti del Consiglio, sia pur con accenti parzialmente diversi, hanno preferito le parole, che il loro popolo ama ascoltare. Luigi Di Maio ha esclamato che si rifiuta di pensare a un governo, il suo governo, che anteponga i “mercati” all’interesse degli italiani. Frase acchiappapplausi e cattura-like, come poche. Peccato che gli stessi pronti ad applaudire e a incoraggiare il grande “vaffa” al “sistema”, siano le potenziali vittime di questo pericolosissimo gioco.
Nessuno sembra avere più voglia di sottolineare una realtà banale e cioè che sui famigerati “mercati” noi tutti andiamo a finanziarci ogni santissima mattina, attraverso le centinaia di miliardi di euro di nostri titoli di Stato, che spietati investitori comprano ogni anno. È la benzina della macchina chiamata Italia, non un dettaglio. Il carburante arriva perché il nostro Paese è sempre stato un ottimo pagatore, un investimento sicuro. La paura è di essere additati come “nemici del popolo”, mentre attaccare o disprezzare i “mercati” è tremendamente popolare. Questo è un gioco a elevatissimo rischio, per uno Stato a due gradini dal giudizio “spazzatura” del proprio debito.
Francamente a quanti muovono le leve del potere, ricordiamo che lo spazio è più grande di una stanza decorata, per avere un’idea provino ad affacciarsi alla finestra!

Gruppo di Cooperazione e di Proposte