L’AGRICOLTURA GENETICAMENTE MODIFICATA TOCCA IL RECORD DI 457 MILIONI DI ACRI IN 26 PAESI IN TUTTO IL MONDO

Feb 14, 2018 | Dalla Confeuro

Nel 2016, la coltivazione di colture geneticamente modificate (ogm) ha toccato livelli record, con 18 milioni di produttori agricoli che hanno coltivato 185,1 milioni di ettari (457,4 milioni di acri) di colture biotecnologiche in tutto il mondo, stando a un recente rapporto giornalistico.
Nel complesso, ciò rappresenta un aumento di 5,4 milioni di ettari (13,3 milioni di acri), o del 3%, rispetto al 2015, secondo un documento pubblicato sulla rivista GMO Crops & Food, da Rhodora R. Aldemita e Randy A. Hautea, dell’International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications (ISAAA).
“Si tratta dell’area più estesa destinata alla coltivazione di colture biotecnologiche dal loro primo anno di commercializzazione, nel 1996, quando la superficie complessiva era pari ad appena 1,7 milioni di ettari (4,2 milioni di acri)”, ha scritto Hautea, coordinatore globale della ISAAA, nel rapporto annuale dell’organizzazione. “Nell’arco di 21 anni, vi è stato, quindi, un incremento di 110 volte, che fa delle colture biotecnologiche la tecnologia agricola adottata più rapidamente negli ultimi tempi”.
Le colture biotecnologiche sono state coltivate in 26 stati, ivi compresi 19 paesi in via di sviluppo. Brasile, Stati Uniti, Canada, Sudafrica, Australia, Bolivia, Filippine, Spagna, Vietnam, Bangladesh, Colombia, Honduras, Cile, Sudan, Slovacchia, e Costa Rica hanno tutti aumentato la quantità di terra destinata alla coltivazione di colture geneticamente modificate, mentre Cina, India, Argentina, Paraguay, Uruguay, Messico, Portogallo, e Repubblica Ceca hanno diminuito l’area coltivata. Il Pakistan e il Myanmar non hanno registrato alcun cambiamento, per quanto riguarda la quantità di colture biotecnologiche piantate.
I ricercatori hanno attribuito gli aumenti e i cali della superficie destinata alla coltivazione di colture biotecnologiche all’accettazione e alla commercializzazione di nuovi prodotti, all’aumento della domanda di carne e di mangimi, al consumo di etanolo, alle condizioni meteorologiche, ai prezzi del mercato globale, alla pressione esercitata da malattie/parassiti, e alle politiche adottate dai governi, che consentono l’utilizzo della biotecnologia.
Gli Stati Uniti sono il principale produttore di colture biotecnologiche, seguiti dal Brasile, dove il 93,4% di tutta la soia, il mais e il cotone è biotecnologico. Il paese sta, inoltre, sviluppando varietà geneticamente modificate di fagioli, canna da zucchero, patate, papaya, riso e agrumi.
L’Argentina è il terzo maggior produttore, e coltiva soia, mais e cotone. Recentemente, ha approvato una patata resistente a determinate malattie, sviluppata da un ricercatore argentino. I ricercatori stanno, inoltre, lavorando su un tipo di frumento resistente alla siccità, e su una varietà di canna da zucchero in grado di tollerare gli erbicidi.
Il Canada è il quarto maggior produttore, e coltiva colza, soia, mais e canna da zucchero sviluppate geneticamente. Di recente, ha approvato la commercializzazione della mela Arctic, che non annerisce dopo il taglio, della seconda generazione di patate Innate TM contenenti quattro caratteristiche, e di una nuova varietà di soia resistente agli erbicidi. In Canada, i consumatori possono, inoltre, acquistare il salmone Aqua Bounty a rapida crescita.
Nelle Filippine, l’adozione del mais sviluppato geneticamente ha registrato un aumento del 65%, rispetto allo scorso anno, con i piccoli produttori agricoli che scelgono varietà resistenti agli erbicidi e alla siccità. Esperimenti su piccola scala vanno avanti per quanto riguarda la melanzana Bt, la papaya resistente ai virus, il cotone Bt, e il riso dorato.
All’interno dell’Unione Europea, solo quattro paesi hanno piantato colture biotecnologiche, guidati dalla Spagna, alla quale si sono poi aggiunti il Portogallo, la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Nonostante il mais resistente agli insetti sia l’unica coltura sviluppata geneticamente la cui coltivazione è stata approvata dall’Unione Europea, la superficie di terra destinata alla produzione di questa coltura ha registrato un aumento del 17%, tra il 2015 e il 2016.
L’India resta il principale produttore mondiale di cotone, e il 96% di tutta la produzione è sviluppato geneticamente, con una caratteristica che lo rende resistente agli insetti. Tuttavia, per la prima volta in 14 anni, si è registrata una leggera contrazione della quantità di terra destinata alla coltivazione di cotone biotecnologico. È stata, inoltre, approvata la sperimentazione di ceci, riso, cotone, mais, canna da zucchero e brinjal biotecnologici, mentre l’adozione della mostarda geneticamente modificata è bloccata, a causa della ferma opposizione degli attivisti.
“Gli agricoltori biotecnologici di diversi paesi – che, di solito, dichiarano che la coltivazione di colture biotecnologiche li ha aiutati a mandare i loro figli a scuola, ad acquistare una casa per le loro famiglie, e a vivere una vita più sana senza pesticidi –continueranno a essere la nostra fonte di ispirazione, spingendoci a fare del nostro meglio per condividere le conoscenze, per impegnarci, e per sostenere lo sviluppo della tecnologia”, ha scritto Hautea.

Fonte: Agrapress