L’ARROGANZA È UN VIRUS

Ago 21, 2019 | Dalla Confeuro

In questo Paese, basta salire le scale del palazzo, per sentirsi il rappresentate di tutti, migranti di ogni colore compresi.

Prudenzialmente, atteso che non è normale, possiamo immaginare che questo modo di fare, sia solo un attimo forse, fuggente, altrimenti
non resta che diagnosticare che trattasi di un virus contagioso che infetta i mandatari di un popolo che tutto avrebbe voluto, tranne che si parlassero a suo a sua insaputa, figuriamoci a suo nome!

Per una minima forma di rispetto, bisognerebbe usare il condizionale, quando con insistenza abusano in nome del popolo.

Anche se la pensi, all’opposto, non hai alcuna possibilità di controbattere, sei automaticamente tagliato fuori, al massimo ti rimandano alle prossime urne.

Sembra come se ci bollassero “audioleso” perché quando ti tocca, al massimo puoi fare una “croce”?

“Not in my name”, recita un famoso ritornello, oggi questa affermazione molti la fanno propria, stufi di ascoltare cose che non pensano e mai dette.

L’arroganza, la rabbia, l’ignoranza, le ingiurie, il tutto logismo e le imprecazioni di scopo, non appartengono, a tanti che come davanti alle TV, sono costretti a snocciolare il rosario!

Ove le nefandezze venissero sbandierate, sarebbe come ammettere che in tanti, per finzione, hanno dimenticato la storia.

Mi identifico nelle tante iniziative di resistenza civile, umana e culturale di cui nessuno parla perché non urlano abbastanza, non sfasciano tutto, e non fanno danni!

Si fa sempre più pressante la necessità di un bagno di realismo. La forza di una classe dirigente è tale solo se comprende e agisce negli interessi ti tutti, accettando il dissenso,il confronto, ascoltando anche chi vorrebbero non parlasse, senza minacciare l’ordine democratico e la magistratura.