L’ETRUSCO (A.M.I.Co.)

Set 30, 2019 | Dalla Confeuro

Nel bel mezzo del cammin di nostra vita, scrisse il Poeta, mi ritrovai in una selva oscura, perché la retta via era smarrita. Sarebbe così com’è molto improbabile, impossibile, se non fare riferimento ai quattro quinti del cammin di vita mea, anche se a volte si perde l’orientamento fino al punto di perdersi e smarrire la retta via!

Capita agli umani, che un bel giorno si avverte il desiderio di fermarsi, c’è una panchina, ci si siede come per istinto e anche non volendo ti assalgono i pensieri, la mente vola, sopraggiungono a valanga, tumultuosamente ricordi di un tempo passato. Tra i tanti, spesso ti soffermi su alcuni, oppure su uno che in quel momento ti prende più degli altri.

Sono a Bomarzo, dove la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni (…), capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico ed edonistico (…)

Il Parco dei Mostri, denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie, in provincia di Viterbo, è un parco naturale ornato da numerose sculture in basalto risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri. Vi sono anche architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche. Lo stesso Dalì ha parlato del Parco dei Mostri come di un’invenzione storica unica!

Sui monumenti: “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”.

In una nicchia, a forma di un triclinium etrusco (luogo dove si consuma il pranzo), una panca, mi siedo, un onda di pensieri – un baleno, un brivido, un alito di vento un sordo fruscio, passa la mia vita, i quattro quinti del tempo. Un fallimento! D’un tratto, un sibillino parlare: Il fallimento non è sempre vergogna, poi a voce alta: Fallire non è la fine! Cadere in stato decotivo non è un premio di consolazione della coscienza. Cadere, perdere o fallire per chi rischia, è parte del progetto. È solo il coraggio di continuare che conta, chi vince non ha paura di perdere, al contrario i paurosi sono i perdenti. Ci si rialza dopo l’analisi e la correzione dei nostri errori, atteso che la convinzione di farcela al primo tentativo, è solo un effetto collaterale dell’ansia foriera di sconfitta.