L’altra “Italia”, quella che non va in ferie, è sull’orlo della disperazione e aspetta il solleone con la speranza di raccogliere.
Non si tratta di marziani ma di agricoltori nati tra le zolle e da qual momento sempre emarginati o peggio inesistenti per le istituzioni.
Certo viviamo in un tempo di progresso esasperato che con i suoi tecnicismi non considera chi lavora la terra, bensì chi si arricchisce con i prodotti della terra.
Ormai è tutto “agronica”. A seminare ci pensano i “DRONI” a RACCOGLIERE, prima ci pensava L’AIMA ora AGEA e quando AGEA è in altre faccende affaccendata ci pensano SIN (capitale pubblico ma gestito da privati) il SIAN, l’ISMEA, L’INEA, IL CRA e poi ISI e tante altre SIGLE a noi semplici agricoltori sconosciute.
Quindi che ci stiamo a fare? A cosa serviamo? Ormai tutto è PEC, tutto è PAC tutto, e più di tutti è “UNICO”. Per tutti ci pensano gli amici, quelli che quando vanno nei palazzi non devono chiedere il permesso, come si dice “so’ de casa”.
Senza andare lontano, basta leggere quanto comunicato dal MIPAAF martedì 4 agosto e se proprio si vuole mettere il dito nella piaga, si legga il programma proposto dall’ASSOCARNI lo stesso giorno in ambito ministeriale:
ORDINARIA GESTIONE – Il ministro ha scritto sotto dettatura degli “INDUSTRIALI DELLA BISTECCA E DEL MACINATO MISTO” il piano di rilancio della zootecnia finanziando gli INDUSTRIALI.
NATURALMENTE CON IL BENEPLACITO delle tre che siedono intorno al “tavolo” come le “preferite” del GOVERNO Monocratico UN UOMO SOLO E NIENTE ALTRO.
E’ gli altri? Fanno solo vento!
Stessa solfa per il latte. “Trovati 120 milioni per incoraggiare i trasformatori” in cambio di un paio di centesimi in più sul prezzo alla stalla, ma 70 milioni vanno incontrovertibilmente alle “favorite” per export e promozione all’estero.
Tutto bene, solo una perplessità: “PRESO ATTO CHE IN AGRICOLTURA FACCIAMO TUTTO IN CASA E CHE sostanzialmente la rinazionalizzazione è in fase avanzata, perché L’ITALIA CONTINUA A PAGARE BRUXELLES (siamo contribuenti netti)? Senza chiedere una revisione degli “accordi”? Visto che facciamo tutto in casa a cosa serve la PAC? A chi vanno i benefici?
Non agli agricoltori che non chiedono troppo, quelli sono stati “cacciati” solo perché chiedono troppo poco.
Si badi bene che stiamo parlando di poco meno o poco più di 500mila piccoli coltivatori che con un solo “botto”, di quelli a “tradimento”, Martina con la benedizione delle “tre sorelle” ha cancellato.
Insomma a godere della PAC sono rimasti solo quelli che si conoscono. Una deduzione è spontanea “SE COME E’ NEI FATTI SI VA VERSO UNA DERIVA NAZIONALISTA” QUESTA EUROPA HA FINITO IL SUO TEMPO! È ORA DI CAMBIARE, TRATTATI, TESTE, RUCCURUCCHI, LECCHINI OMIINIDI NANI E FARFALLE EUROTEDESCHE.
SI RITORNI AL MANIFESTO DI VENTOTENE!
SI ORGANIZZINO CORSI PER “DOPOSCUOLA” E MANDIAMOCI I NOSTRI NUMERI, UNO ZAINETTO SULLE SPALLE E TUTTI RIGOROSAMENTE A PIEDI, IN AUTOBUS, METROPOLITANA, COMPRESO IL CODAZZO DI PORTABORSE, SCORTE E SEGRETARIE TUTTO FARE.
I RIPETENTI? NOMINARLI È UNO SPRECO D’INCHIOSTRO.
L’ULTIMA AMARA MA REALE CONSIDERAZIONE: UN COMUNICATO DELLA SORELLA, CHE SI DICE SODALIZIO A TUTELA DEL MONDO AGRICOLO, TRA LE TRE QUELLA REINCARNATA DAL “SINDACATO UNICO FASCISTA”, L’ANZIANA MA PUNTUALE “CASSA DI RISONANZA DI MARTINA E RENZI” RECITA: “IL 5% DELLE IMPRESE AGRICOLE ITALIANE PRODUCONO OLTRE IL 65% DEI PRODOTTI AGRICOLI, giusto incoraggiare e foraggiare chi produce,” E GIÙ CON I SOLITI SALAMELECCHI.
NON DICIAMO ALL’ALTRO 95% andiamocene in “ferie”, ma ci domandiamo perché continuiamo ad andare nei campi? Perché insistiamo a produrre cibo? È proprio sicuro che il nostro sudore non si asciuga perché non gronda, tanto i nostri prodotti non li raccoglieremo mai: siccità, grandine alluvioni, e poi il niente o meglio il nulla. Visto che il Belpaese è tutta una frana?
La CONFEURO chiama alla “mobilitazione” la compagine sociale, i piccoli agricoltori, i coltivatori diretti i protagonisti della “AGRICOLTURA FAMILIARE” e tutti coloro che operano nell’indotto del sistema agricoltura. Non una sbandierata né un corteo chiassoso, semplicemente incroceremo le braccia un’ora al giorno, non per protestare contro le politiche del dicastero agricolo, né per porgere il cappello, usanze “antiche” ma sempre attuali, ma semplicemente per ricordare alla più alta carica dello “STATO”, CHE IN ITALIA, PAESE STORICAMENTE AGRICOLO, I PICCOLI AGRICOLTORI, ALLEVATORI, COLONI MEZZADRI, PICCOLI MA INDISPENSABILI GUARDIANI DELLA NATURA, DELLA TERRA E DELL’AMBIENTE SONO ORFANI DI UN MINISTERO IMPORTANTE: QUELLO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI.
PESI PURE SULLE NOSTRE SPALLE, TANTO BASTA POCO, ORMAI TUTTO SI DECIDE A BRUXELLES. ANCHE IN EUROPA PURTROPPO L’ITALIA NON È RAPPRESENTATA.
PRESIDENTE MATTARELLA confidiamo nel suo autorevole intervento come custode di quella carta scritta con il sangue dei nostri “PADRI” ma CALPESTATA E SBUGGIARDATA DA COLORO, CHE COMANDANO SENZA AVER RICEVUTO DELEGA DAGLI ITALIANI.
SI FACCIA, CORTESEMENTE, QUALCOSA AFFINCHE’ QUOTIDIANAMENTE CHI CREDE NELLO STATO POSSA CREDERCI FINO IN FONDO.
NOI E TANTI COME NOI, LA “DEMOCRAZIA” NON LA VOGLIAMO PERDERE. In attesa continueremo a produrre cibo per apparecchiare la tavola del MONDO, consci che il “cibo” è un diritto e non una “concessione”.
Con osservanza.
LA CONFEURO