LIBERO-SCAMBIO: IL CETA INDEBOLIRÀ LA NOSTRA DEMOCRAZIA

Apr 19, 2018 | Dalla Confeuro

Emmanuel Macron e Justin Trudeau devono riconoscere i rischi che il trattato commerciale tra Europa e Canada comporta per i diritti dei consumatori e dei cittadini, chiede Karine Jacquemart, direttrice generale dell’ONG Foodwatch France su Le Monde.
Un anno fa Justin Trudeau dichiarava al Parlamento europeo che “il CETA è un accordo moderno” che “migliorerà la vita dei canadesi e degli europei”. Falso. Oggi, numerose analisi – compresa quella condotta dalla commissione valutazione dell’impatto del CETA, di cui è presidente Katheline Schubert – mostrano che il CETA indebolirà la nostra democrazia e che comporta rischi considerevoli per i diritti dei consumatori e dei cittadini, sull’agricoltura, l’alimentazione e anche la protezione dell’ambiente e del pianeta.
Gli accordi come il CETA sono definiti “viventi”: instaurano meccanismi che influenzeranno e modelleranno le regolamentazioni pubbliche dopo la firma dell’accordo. Tutti questi nuovi dispositivi interferiranno con le decisioni legislative e regolamentari, senza controllo democratico adeguato da parte dei nostri rappresentanti eletti. Il Canada non ha tardato ad attivare uno di questi strumenti per mettere in discussione il progetto di vietare il glifosato in Francia, inserendolo nell’ordine del giorno della prima riunione del comitato CETA, dedicato alle misure sanitarie e fitosanitarie, tenutasi a marzo.
In nome di cosa si protegge la salute dei cittadini europei dai rischi delle sostanze come il glifosato? La risposta è ovvia: in nome del principio di precauzione. Nel CETA, nel trattato europeo con il Mercosur e altri accordi in fase di negoziazione è stato forse inserito nero su bianco che le decisioni volte a proteggere l’UE o i suoi Stati membri sulla base del principio di precauzione non possono essere attaccate dai nostri partner commerciali o dai loro investitori? No.
Nel Ceta, come in una serie di altri accordi, il principio di precauzione viene a malapena menzionato, nella maggior parte dei casi in un capitolo “sviluppo sostenibile” non vincolante. In sostanza, quando i grandi produttori di OGM non possono entrare in Europa dalla porta, il CETA e gli altri accordi di libero scambio permettono loro di entrare dalla finestra…
La stessa finestra rimane aperta per i numerosi prodotti che non sono, o non sono più, omologati dall’UE ma che sono tuttora presenti sui mercati dei suoi partner. Il rapporto Schubert sull’impatto del CETA teme ad esempio le grandi differenze nelle condizioni di allevamento tra UE e Canada.
Emmanuel Macron si era impegnato a tenere conto delle conclusioni della commissione Schubert. Occorre constatare oggi lo scollamento tra le sue dichiarazioni e i fatti. Emmanuel Macron e Justin Trudeau devono rimettere urgentemente il CETA al centro delle discussioni affinché i diritti dei cittadini e la protezione del nostro pianeta siano al centro delle politiche commerciali. Questi accordi sono il contrario de “l’Europa che protegge” promessa dal presidente francese.

Fonte: Le Monde/Agrapress