PARTIGIANI D’EUROPA …La Resistenza non è finita… (A.M.I.CO.)

Mag 9, 2019 | Dalla Confeuro

Chi nella vita non ha giocato a Tombola (scorreva il secolo XVIII quando fu inventata) e chi non ha esultato alla prima vincita “ambo”? Due numeri da oscurare nella stessa cartella ma orizzontalmente.

Anche l’Esecutivo è retto da un “ambo”, un bicolore Verde – Giallo che, per un anno scarso ci ha somministrato una overdose di roboanti promesse, di micro-conflitti, di sparate a destra e a sinistra con l’arroganza di coprire tutto lo spettro costituzionale, annullando ogni spazio alle minoranze parlamentari.

Un teatrino dove si esibisce il “duo” puntando a distrarre gli italiani sui problemi veri che lo Stivale si trascina da tempo.

Tattiche di distrazione di massa! In effetti dal “panariello”(bussolotto), come d’incanto, vengono fuori numeri che si abbinano alle “piazzate” sull’immigrazione, sulla legittima difesa, la castrazione – chimica e la tanta agognata flat tax ed altri desideri del comandante, senza trascurare gli abbinamenti con le asimmetriche mitologie dimaiane del reddito di cittadinanza, della riduzione dei parlamentari, dei referendum propositivi, dell’adesso vi facciamo vedere noi quante infrastrutture per l’Italia ma per favore sulla TAV proprio non posso altrimenti ci va di mezzo il Movimento?

Dalla tombola sono venuti fuori numeri su numeri, ma nessuno è stato collegato al Lavoro, all’occupazione, ad una seria riforma fiscale che riduca le tasse ma nel contempo mirata affinché tutti le paghino. Nulla per la crescita, nessuna ipotesi di contenimento del debito pubblico, solo decreti tampone, fuori sacco!

Puntualizziamo che nessuno si aspettava miracoli da questo Esecutivo, né mai abbiamo immaginato che il “contratto” alla tedesca avrebbe fatto gli straordinari per dare una scossa allo Stivale che, ad onor del vero, era già quasi affondato.

Ma stando ai proclami elettorali non sfigurava che almeno sul Lavoro provasse a fare “tombola”.

Avremmo voluto capire che visione strategica i due sodali abbiano dell’Italia, che tipo di Europa vogliano, se, per caso stiano a tifare per una Ue a trazione Orban e al servizio dei colossi americani padroni del web.

Ma per sapere cosa si dice e come si spende il prestigio di un Paese che ha fondato l’Europa bisogna uscire dal galleggiamento sull’infatuazione e che tutto è stato legato alla comunicazione pensata per la pancia.

Intanto si preparano i cartelli per la riapertura delle case chiuse, e quelli per sensibilizzare i cittadini a tenere duro anche se le immagini mostrano bambini affogati tra le onde. Argomenti portatori di proseliti, pro e contro, ma che appassionano e fanno mucchio.

Non è detto che tutto fa brodo, noi Partigiani d’Europa non resteremo indifferenti, il male va combattuto.

C’è la consapevolezza che, per la rinascita bisogna combattere il male in qualsiasi forma esso si manifesti. Ingiustizia, sofferenza, sopraffazione.

Male è anche quello cui ci rendiamo complici perché non sappiamo ribellarci a chi, cosciente o meno, lo compie. Tuttavia, la sua forma fondamentale, quella più ardua da riconoscere e combattere, quella che può dilagare come un’epidemia senza che quasi la si avverta, è proprio l’anonima indifferenza nei suoi confronti.

Un’Europa in cui si lascia dilagare l’indifferenza per il male, in cui manca ogni volontà politica di contrastarne la mascherata violenza, è un’Europa tragicamente miope sui propri stessi destini, all’inseguimento di compromessi a brevissimo termine tra i propri stati e staterelli che si presumono “sovrani”, mentre il mondo si ricostruisce su equilibri tra grandi spazi imperiali, per i quali quei “Valori” di cui l’Europa avrebbe dovuto essere operante testimonianza non contano più neppure nelle retoriche politiche.

“È vero che la Resistenza non è finita perché i suoi punti nevralgici – la pace, la libertà e l’eguaglianza- sono ancora in pericolo. Ed è vero che la Resistenza e l’Europa sono strettamente collegate perché solo con una Europa libera e indipendente ci si può battere per il superamento dei blocchi e dell’imperialismo, cioè per la pace e l’eguaglianza di tutti i popoli (….).

E dobbiamo tener presente che il fatto che la resistenza non è ancora finita si riflette in modo particolare nella formazione politica e culturale dei giovani. Ai giovani bisogna dire proprio questo: che la Resistenza non è finita.” (Mario Albertini)

A.M.I.Co.