PREFERISCO ESSERE CHIAMATO EDUARDO

Ott 10, 2015 | NEWS

di Rocco Tiso

Non chiamatemi “senatore”. Ci ho messo una vita per diventare Eduardo!
Così De Filippo rispondendo ad un giornalista dopo che Sandro PERTINI
lo aveva nominato senatore a vita.
Dopo quello che hanno fatto del “senax” per favore non chiamateli “senatori”.
Il senatore è un uomo senza tempo che invecchia ma non si vede; è un uomo saggio intelligente capace di interpretare il senso vero delle parole, capace di discernere tra il giusto e il non giusto, tra il vero e il non vero, tra l’amore per la patria e gli ideali, e quando è stato necessario, anche tra il “bianco” e il “nero”.

Mio padre non era stato insignito da nessuno, mai baciato dalla fortuna, mai ricevuto niente di niente, mai chiesto nulla a nessuno, mai e dico mai inginocchiato nemmeno in chiesa, perché a quel tempo la chiesa si rifiutava di unire con il sacramento in matrimonio chi non la pensava per copia conforme, eppure era un uomo che per la famiglia, per dare un minimo di “istruzione” ai figli, ha dato tutto, e a ripensarci più di tutto.

Tra i tanti Italiani che hanno combattuto e perso la guerra c’era anche lui, e si diceva miracolato e più fortunato dei tanti amici e compagni che sono morti al fronte, ma sopratutto durante la ritirata dalla Russia.Quando in paese incriciava una Signora si toglieva il cappello, quando passava davanti alla chiesa si faceva la croce,viveva del suo lavoro, non si lamentava di niente e spesso diceva “menomale che c’è il pane e per fortuna che c’è la REPUBBLICA”.

D’inverno durante le serate fredde e piovose intorno al alla grande stufa a legno spesso raccontava della guerra. Una sera nevicava e mentre raccontava disse della REPUBBLICA. Curioso di sapere gli chiesi cos’era. Lui rispose: “la cosa più bella che abbiamo avuto dopo la guerra. Ci sono deputati e senatori eletti dai reduci dei vecchi combattenti, e un giorno anche tu li sceglierai”. Mio padre però col tempo se n’è andato.

L’unico dono che gli Italiani si sono dati dopo il 1945 è la Costituzione, che coniuga la democrazia attraverso Camera e Senato. Passi pure l’italicum che ci dice chi dobbiamo votare, ma per favore, salvate almeno la faccia e NON CHIAMATELI “SENATORI”.

Francamente rispetto a mio padre sono in difficoltà! Come faccio a spiegare a mio nipote cos’è la “repubblica”.