SAN MARTINO – PIÙ LUTTO CHE VINO

Nov 8, 2017 | Dalla Confeuro

Strane coincidenze in questo novembre oltre ai santi, ai defunti, ci ricorda la storia dell’Unità d’Italia e la vittoria nella Prima Guerra Mondiale, la scoperta di un nuovo mondo e la metamorfosi di quelli che affermavano di rappresentare chi lavora in campagna. La stampa riporta che: con Ferrero, Inalca/Cremonini. Consorzio Casalasco (Pomi’ e De Rica), Bonifiche Ferraresi, Ocrim, Farchioni olii, Cirio Agricola, Donna Fugata, Maccarese, ol.ma, Giorgio Tesi Group, Terre Moretti (bellavista) e Amenduni spa è stata, costituita la “filiera Italiana”, presidente Luigi Cremonini, vice Enzo Gismundo – cd – mentre l’On. Paolo De Castro presiede il comitato scientifico. Il presidente: “Nasce finalmente un’alleanza di filiera che mette insieme la produzione agricola e l’industria italiana di trasformazione alimentare”. Il vice Gismundo: «Si tratta di una nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, sempre più sindacato “imprenditoriale di filiera” darà corpo ai contratti di filiera sostitutivi dell’ormai superata stagione della sterile interprofessioni».Il 4 novembre è il Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze armate, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto sull’Altare della Patria la corona d’alloro di fronte a migliaia di militari delle quattro Forze armate e della Guardia di Finanza, reparti a cavallo e allievi delle accademie e scuole militari, con il cielo che, oltre alle Frecce Tricolori, ha visto il passaggio per la prima volta di alcuni elicotteri.
Intanto ha superato il test di volo il primo F35, tutto italiano realizzato da lavoratori “in somministrazione”. Un mostro dei cieli costruito da precari che momentaneamente lavorano per il gruppo italiano al quale la Lockheed Martin ha affidato la realizzazione di un componente alare e l’assemblaggio di alcuni velivoli del nuovo (e assai discusso) cacciabombardiere americano.Sono sempre più̀ insistenti le voci: «Un aereo inutile, costoso, con un sacco di problemi: ora scopriamo che non porta neanche lavoro. Eppure il ministro Pinotti ci ha più volte assicurato che gli F35 avrebbero portato occupazione. Peccato che si sia dimenticata di aggiungere “precaria”».Grosse novità anche sul fronte dell’Ambiente, il ministro il 2 agosto ha chiamato a confronto cittadini e istituzioni sul “Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”.Il ministero dell’Ambiente, in linea con i principi di trasparenza e partecipazione, ha invitato cittadini e istituzioni, mondo della ricerca, associazioni e in generale tutti i portatori d’interesse a confrontarsi sul testo del Piano, in vista dell’elaborazione della versione finale del documento, però sul sito web del Dicastero.“Il Piano di Adattamento – ha precisato il ministro dell’Ambiente – è uno strumento strategico irrinunciabile per un Paese come l’Italia che vive ogni giorno gli effetti dei mutamenti climatici e, solo con la partecipazione di tutti, è possibile un risultato importante”.Proprio su “Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC)”, registriamo il parere di Legambiente in cui il vicepresidente: “Il rischio è che dopo tre anni di elaborazione della strategia e poi del piano di adattamento al clima, questa fase si chiuda con l’approvazione di documenti che non contengono strumenti utili e quindi bisogna indicare le risorse da mettere in campo”.
Dicevamo, strane coincidenze, che sono in capo a noi terrestri:
– La cultura del trasformismo è intrinseca nello Stivale, del resto la protagonista non è nuova a queste pratiche, anche se un tempo difendeva “L’Agricoltura Familiare”;
– I festeggiamenti dell’Unità virtuale di quel che resta del Belpaese e dei “precari somministrati” assemblatori dei caccia bombardieri F35 dei quali si conosce tutto tranne il costo, né si sono avverate le rassicurazioni del Ministro della Difesa.
L’ambiente e i cambiamenti climatici non possono essere prerogativa del solo Titolare del Ministero. Il suolo, il territorio e la salute del Pianeta e la salubrità dell’aria e della acqua sono un problema di tutti non un “grattacapo” per soli Galletti, mentre il pollaio con pulcini e galline può crollare sotto il sole cocente di agosto, visto che della consultazione che ha avuto inizio in pieno ferragosto, abbiamo appreso solo alla scadenza (31 ottobre 2017).
Agli errori umani si può e si deve rimediare, ma la coincidenza comprende la scoperta di un “mostro dello spazio”, che secondo l’attuale teoria di formazione planetaria, l’esistenza di questo lontano e grandissimo mondo non sarebbe possibile. E invece è lì, in orbita attorno ad una piccola stella madre distante solo il 3% dello spazio tra Terra e il sole.
Il “pianeta impossibile’ costituisce la prima, clamorosa eccezione alla regola per cui un pianeta gigante non può nascere vicino ad una piccola stella, perché il materiale proveniente dall’astro madre non sarebbe sufficiente a formare un mondo dalle dimensioni simili a Giove. Un gigante gassoso classificato come “gioviano caldo”, la cui esistenza stravolge e mette in crisi le conoscenze dell’astrologia.
Per gli scienziati resta un autentico mistero come abbia potuto attrarre una quantità di materiale così grande da formare un pianeta enorme a distanza ravvicinata. Il mostro cosmico è stato scovato studiando la diminuzione della luce emessa dalla stella madre a causa del transito ravvicinato del suo pianeta, che provoca piccole e brevi eclissi. Ricorda un po’ la storia del calabrone, che per le leggi della fisica non potrebbe volare, ma lui non lo sa e, così, continua a farlo.

Nuovi scenari si potrebbero rilevare per gli scienziati. Resta fermo che un mondo nuovo esiste.

Di fronte alla personalizzazione dei poteri e alla iniqua distribuzione della ricchezza, siamo in tanti a cercare una risposta mentre avanza la minaccia rappresentata oggi dal fondamentalismo degli interessi e dalle lotte intestine della politica. Solo un’alleanza sentita di differenti culture, di forze e di volontà diffuse e diverse, potrebbe proporre un’alternativa sostenibile di sviluppo economico e sociale in grado di riportare l’Italia nell’alveo di una democrazia che meritano i cittadini.
Novembre, il mese che chiude un’annata agraria e ne apre un’altra con la gioia nelle campagne, borgate e paesi. L’11 novembre è il capodanno dell’agricoltura, è la festa dei tanti piccoli agricoltori ed in particolare della vite che ci regala grappoli d’uva, dai quali, come per magia, una notte di un giorno preciso di ogni anno accade che sgorga un liquido pieno di odori e dai mille sapori, rosso o bianco oppure rosato: il vino! È la notte di San Martino!

I contadini tutti intorno a quello scrigno pieno di liquido che rappresenta oro sonante, ricchezza e benessere. In quel giorno si concentrano le speranze della vendemmia e i sudori del lavoro nei vigneti.

Già il senso, la ragione, il motivo per cui si festeggia è andato perduto, dimenticato e celato dai mille Ipermercati “Regni del Consumo”, cattedrali innalzate alla vendita “sullo scaffale” dove nemmeno sappiamo da dove arrivino i vini e gli alimenti che vengono offerti a noi, allucinati passeggiatori con carrello, che guardano, prendono, riempiono quel cesto con le ruote e non scambiano una parola con nessuno!
L’11 novembre 2017 come facevano i nostri padri, saremo davanti al fuoco con dentro gli occhi il rosso delle braci, sentiremo il calore dello stare insieme. Tutti intorno al fuoco, per vivere sul serio, perché noi e l’Universo siamo un unico intero!
La leggenda narra che Martino, l’11 novembre era in cammino di ritorno verso casa. Nel bel mezzo di una bufera incontrò un mendicante che stava morendo dal freddo e con un moto di generosità gli offrì metà del suo mantello. Dopo pochi attimi la pioggia smise di cadere, il vento si placò ed un bel sole fuoriuscì a riscaldare la temperatura.
“L’estate di San Martino che dura tre giorni e un pochino”.