SI CERCANO CONTADINI

Nov 22, 2017 | Dalla Confeuro

Si cerca un lavoratore per l’agricoltura. La fuoriuscita di immigrati, l’offerta di altri settori come il commercio al dettaglio, la ristorazione, il turismo o, nuovamente, la costruzione, insieme con le condizioni del lavoro agricolo hanno fatto scattare l’allarme. “L’anno scorso 200mila chili di albicocche sono rimaste sugli alberi”, lamenta un produttore. La prossima alta stagione della raccolta, che inizia nel mese di aprile, affronta un cambiamento del mercato del lavoro che mette in scacco un’attività economica che, solo in Andalusia, la principale regione produttiva ed esportatrice, muove 15,2 miliardi l’anno e occupa 47.800 persone (il 25% del tessuto produttivo andaluso).
Gli imprenditori hanno espresso le loro preoccupazioni in varie riunioni, come spiega Felipe Galloso dell’organizzazione agraria Asaja a Siviglia (…). I lavoratori spagnoli non vogliono andare in campagna, l’offerta di manodopera estera è diminuita e “anche i fedelissimi emigrano”, dice Galloso. E non è un problema che riguarda solo la Spagna. “Non c’è un solo operaio portoghese che raccolga le olive,” dice. “E neanche uno spagnolo per raccogliere gli agli”, aggiunge un dirigente di una società di esportazione.
La situazione economica ha trasformato il mercato del lavoro. “A Huelva, gli operai stagionali disponibili sono arrivati a mettere all’asta il proprio lavoro per andare con chipaga di più o nei lavori piu’ comodi”, dice un imprenditore onubense. “Alcuni sono andati in Francia per sette o otto euro in piu’ al giorno”, aggiunge Galloso, che dubita che questo divario salariale compensi i costi del trasferimento temporaneo. “Se si consolida la situazione, bisognera’ trovare delle soluzioni. E’ preoccupante”, dice il responsabile della Asaja.
La segreteria del sindacato provinciale CcOo ( Comisiones Obreras) di Siviglia, Monica Vega, ha chiara la causa. “Il lavoratore va dove viene pagato di più”, spiega, mentre al tempo stesso chiede miglioramenti salariali. La sua organizzazione chiede nel nuovo contratto del settore agricolo, non rinnovato da più di cinque anni, aumenti salariali del 2% e una riduzione dell’orario di lavoro di 15 minuti.
I datori di lavoro, però, dicono che molti di loro stanno già pagando al di sopra del contratto (tra i 47 ed i 60 euro al giorno, a seconda dell’attività) e che anche così ancora non si risolvono i problemi. (…)
La segretaria di CcOo dell’Andalusia, Nuria Lopez, in una recente riunione sull’agricoltura come motore di sviluppo, ha aggiunto che alla bassa retribuzione rispetto ad altri settori produttivi (stima che i salari in agricoltura sono di 10.455 euro l’anno, il 63% in meno dei 28.400 euro di media di tutti i settori produttivi) si aggiunge l’elevata stagionalità (…).
Questa instabilità dà luogo, secondo i rappresentanti dei lavoratori, ad abusi e ad un aumento degli incidenti sul lavoro per mancanza di preparazione di coloro che entrano sporadicamente nei lavori agricoli. I lavoratori chiedono stabilità, sicurezza e salari più alti, condizioni che i sindacati ritengono possibili per la redditività del settore e che invece i datori di lavoro rifiutano perché devono affrontare le pressioni delle grandi catene di distribuzione, che impongono prezzi bassi.
I datori di lavoro hanno guardato ai mercati esteri per salvare la situazione. Secondo il consigliere andaluso per l’agricoltura, Rodrigo Sanchez Haro, le esportazioni regionali di cibo e bevande crescono da sette anni consecutivamente e hanno superato la barriera dei 10 miliardi nel 2016, con un incremento rispetto all’anno precedente del 12,8%. (…) Un’altra strategia è quella della modernizzazione. Ma ci sono carenze tecniche che non sono state ancora risolte. “Ho investito 60mila euro in una raccoglitrice di aglio usata, ma non da’ i risultati necessari. La tecnologia non è ancora affinata”, dice un agricoltore.