LEGGE DI BILANCIO: I BONUS SONO ARRIVATI A QUOTA 22

Nov 20, 2017 | Dalla Confeuro

La manovra finanziaria rischia di essere sommersa dai bonus. L’ultimo si chiama «bonus nonni»: si tratta di una vera e propria detrazione fiscale che consentirà non soltanto ai genitori, come avviene fino ad oggi, ma anche ai «parenti in linea retta», cioè ai nonni, di detrarre dalle tasse il 19 per cento delle spese sostenute dai nipoti per attività sportive, spese scolastiche, universitarie o affitti fuorisede.
La corsa dei bonus e delle detrazioni fiscali, con conseguente crescita dei costi, prosegue allegramente. Dell’intervento di disboscamento degli «sconti» Irpef e Iva, per singoli contribuenti e imprese, per esempio, si parla dal 2011 quando fu istituita la prima commissione Ceriani che censì 720 agevolazioni per un costo complessivo di 253,7 miliardi. La sorpresa, emersa da un recente Rapporto della Corte dei Conti, è che nel frattempo il numero degli «sconti» è aumentato del 10 per cento sfiorando quota 800 con una spesa che ormai raggiunge 313,1 miliardi (circa il 24 per cento in più in cinque anni). Secondo l’ultimo rapporto le sole detrazioni Irpef sono 41, le deduzioni 37 e le esenzioni complete ben 132.
La manovra in esame al Senato ha allargato il catalogo dei bonus fin dal testo uscito dal Tesoro. La lista è lunga: si va dal pacchetto di bonus per mamme e nidi (cui un emendamento parlamentare aggiunge il rifinanziamento del bonus bebè di 80 euro) agli sconti per il bus. Ci sono poi il rifinanziato bonus cultura per i diciottenni e il nuovo bonus del 36 per cento per giardini e impianti di irrigazione. Insomma bonus “dalla culla alla tomba”. Ma molti si chiedono se non sarebbe meglio indirizzare gli sconti fiscali alle grandi esigenze di politica economica e non dividendo gli italiani tra nonni, mamme, neonati, amanti degli animali o con il pollice verde.