TE LO GARANTISCO!!

Lug 12, 2017 | Dalla Confeuro

Modi di fare, meglio di dire. “Sugli 80 euro, sembravo Wanna Marchi”
Il Mondo gira nel verso previsto dalle leggi della natura, si muove in sintonia con le regole dell’universo, ha ancora un cuore sano, ma da come pulsa sembra in affanno. Come fosse preoccupato, per la flora e la fauna che lo rivestono. Tra la fauna terrestre, primeggia l’uomo e tra gli uomini, comandano i potenti. Tra i potenti spiccano, non i più facoltosi o i più intelligenti, ma al primo posto c’è il potere, gestito dalla politica e la politica la fanno gli uomini, non più con convinzione ma solo per convenienza. Un vero e proprio mestiere, anche se tra gli addetti si dicono professionisti. Accade però che gli specialisti dei tempi moderni, dopo le sacrosante critiche ai colleghi della Prima Repubblica, quelli della Seconda hanno, anche ferocemente, condannato il sistema e l’organizzazione del potere e dei governi, rei di essere costituiti da partitini cuscinetto, pronti a salire su qualsiasi carro.
I protagonisti della Terza, giustamente, detestano quelli della seconda e se potessero, eseguirebbero le condanne degli attori della prima.
Accade che nello Stivale, stiamo assistendo al ritorno del comandante “somaro” che nel suo primo governo, per dare a chi lavorava gli 80 euro si legge che avrebbe barattato con l’Europa gli immigrati in cambio della “flessibilità” e in quello che si illude di presiedere, raccontato nel suo libro, reitera la richiesta di flessibilità per 5 anni, impegnandosi a ridurre le tasse agli Italiani.
Indipendentemente dall’odio verso i predecessori, è senza scendere nei particolari, il politico di razza oggi incarna le doti, degli uomini della prima, la sagacia delle donne della seconda, le virtù dell’asino di Buridano.
È risaputo che l’asino è un mammifero degli Equidi usato come animale da soma per la sua grande resistenza. È un animale piuttosto testardo, e questo gli ha guadagnato un’ingiusta fama di scarsa intelligenza e di inaffidabilità assoluta. È ricorrente il detto ASINO CALZATO E VESTITO persona ignorante o stupida, come un asino che resterebbe tale pur indossando abiti e calzature. Restando nel campo del sistema amministrativo pubblico, alcuni nostri uomini addetti alla gestione delle risorse dei cittadini sono stati apostrofati come l’ASINO DI BURIDANO (il filosofo Jean Buridan).
Si narra che un asino affamato e assetato in uguale misura, trovandosi davanti a un fascio di fieno e a un secchio d’acqua, non riuscì a stabilire se era meglio prima mangiare e poi bere oppure viceversa. E mentre si dipanava nel dubbio, è passato tanto di quel tempo che morì di fame e di sete. In realtà, la favola fu inventata non da Buridan quanto dai suoi detrattori, per ridicolizzare le sue teorie sulla volontà. Lo studioso sostiene infatti che la volontà può agire solo quando l’intelletto ha deciso quale sia il maggiore tra due beni; in caso di parità, l’intelletto non può decidere e la volontà rimane di conseguenza paralizzata.
Tra gli accostamenti in voga recentemente spicca il detto “come il ponte dell’asino”. Alias punto critico; anche trabocchetto studiato per saggiare le capacità o la preparazione di qualcuno: i meno dotati, cioè gli asini, non superano l’ostacolo e idealmente cadono giù dal ponte. Preso direttamente dal latino (pons asinorum), il detto definiva in origine un vero e proprio schema di comportamento mentale studiato dalla Scolastica, che consisteva nel porre una persona davanti a concetti e problemi astratti di difficile comprensione e valutare così le sue capacità intellettuali.
Si riportano le premure di un padre colto, studioso e grande conoscitore di uomini e di mondo, che rivolgendosi al figlio, il quale lamentava di essere apostrofato dai compagni: “La prima volta che ti dicono asino, dai un pugno sul naso, la seconda volta che ti chiamano asino digli stronzo, ma la terza volta che ti chiamano asino, beh, forse è ora che ti vai a trovare una soma!”.

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