TRENTA CENTESIMI PER LE “BALLE” (Iniziativa Comune)

Set 24, 2018 | Dalla Confeuro

Trenta centesimi, la busta, poi un foglio, due fogli, per arrotolare il “dio” di terra, l’unico che conta.
È tutto quello che mi rimane, non è tanto ma nemmeno poco. Tutti scrivono che nel 2014 siamo usciti dalla recessione, raggiungendo i livelli pre crisi. Scusate la franchezza, tutte Balle!!
Qui dove il mare luccica il tasso di disoccupazione sale nei fatti uno lavora e gli altri mangiano. Vi dico la mia: se non si interviene seriamente, le ferite si incancreniscono, al punto che: la promessa terapia farà “cilekka”.
Quando capirete che già oggi i giovani vengono mischiati agli ingredienti per fare lo “stufato, costretti a rispolverare le vecchie usanze, ormai più di uno ha confezionato la “bustarella” come pegno per pagarsi una sedia pubblica,
Quelli si che erano tempi da ricordare, anche se da un semplice “mariuolo” abbiamo assistito all’implosione di tutto il palazzo. I sondaggi danno già il fenomeno in “movimento, le bustarelle circolano, volano basso, destinazione il fu Lavoro. È qui che sorge l’equivoco..? “Non si parla di lavoro, non rientra nei nostri desiderata, né c’abbiamo mai pensato, aneliamo ad un “posto” per intrattenerci, per passare il tempo, se vi fa piacere chiamatelo “posto di lavoro”, non ci offendiamo anche se passa come “reddito di cittadinanza”. Se questo è il cambiamento, giammai ci opporremo!
Del resto anche le lobby tradizionali, perdono colpi, lasciano spazi alle nuove professioni. Ci dicono che ha ripreso vigore la nostalgia dei – “postifici, appaltifici, consulenzifici”. Si tratta di strutture, un tempo gestite dalle terze file dei vincitori, utili per ricompensare gli amici e simpatizzanti e far trovar loro una collocazione, un “posto” sicuro, nella pubblica amministrazione anche come segno per la fedeltà e l’obbedienza.
I postifici in particolare procurano un’enormità di assunzioni pubbliche a tempo indeterminato, tutto prepagato dalla carta Pay dallo Stato. Lo “Stato” siamo noi!!
Intanto una nuova figura – si sta affermando nelledinamiche della nuova corruzione consociativa, basata sulle consulenze e sui favori, un po’ come le sane intenzioni delle “bustarelle”.
Si tratta del “facilitatore” una nuovo soggetto che vanta una fitta rete di conoscenze, interessi, legami che avvincono il potere legale a quello illegale, nonché l’economia e la politica alle associazioni mafiose e ai poteri massonici. Il Facilitatore è un professionista che mette ordine nella confusione, creando il collegamento tra chi ha il compito di decidere e chi deve attuare le decisioni, tra chi presenta una domanda e chi la deve valutare.
Il suo ruolo è «far, funzionare le cose, facendole scivolare lungo il binario giusto».
Il facilitatore non è però un’invenzione letteraria, ma un operatore, a cavallo fra il grottesco e il drammatico, che compare sistematicamente nelle più importanti indagini sulla moderna corruzione. Compito primario è puntare a favorire i rapporti tra i diversi mondi che, nella moderna forma assunta dal fenomeno corruttivo, sono uniti stabilmente.
Nel nuovo contesto la tangente non è la remunerazione di uno specifico favore, ma una pratica diffusa e preventiva che vede il burocrate o il politico pronto a risolvere problemi, a sbrigare pratiche, per l’amico imprenditore, nei rapporti con gli uffici della Pubblica Amministrazione. Insomma, non si vende l’atto, ma la funzione o qualità del pubblico ufficiale. Nella fattispecie i giuramenti di fedeltà allo Stato, restano protocolli e formalità per il popolo Bue!
Pensare di realizzare qualcosa senza possedere le opportune informazioni, resta “lettera morta”.
Oggigiorno, per entrare nello staff di un politico che conta occorre la laurea in “trame e relazioni istituzionali”, oltre a superare un test per dimostrare di avere un’ampia rete di amicizie e di conoscenze, in grado di intervenire nei procedimenti di formazione della volontà dell’amministrazione e di mettere in contatto politici, burocrati, imprenditori ed esponenti del mondo criminale. È in definitiva, un «mediatore amministrativo», rigorosamente bipartisan, capace di aprire tutte le porte e di avere la meglio sugli infernali meccanismi della “buropolitica”.
I più esigenti, suggeriscono di sensibilizzare l’Esecutivo affinché interceda con il ministro della pubblica istruzione, per una laurea breve. Chi si candida a “Comandare” per il resto della sua vita, deve ripristinare in chiave moderna le vecchie usanze e ripopolare i “postifici” che funzionavano come magazzini di distribuzione di milioni di posti di lavoro garantiti, se avanza tempo ripensare anche agli appalti e le nuove consulenze!

Gruppo di Cooperazione e di Proposte