ZUPPA NOSTRANA

Gen 7, 2019 | Dalla Confeuro

Cosa sta succedendo nelle campagne? Cosa succede nel Belpaese? E che si sta facendo per il lavoro?
Potremmo continuare ad elencare dubbi è perplessità che aleggiano tra baveri alzati, mani infreddolite, colli disornati, niente collane e pellicce. No! Questa gente non ha nulla a che spartire con quelli che non sono in coda davanti ai negozi per i saldi! Gli agricoltori e i manovali della terra, ormai sono lustri che non riescono a schiodare dalle code, almeno per capire dove andare a parare. Attenzione, qui nessuno ha il braccio teso, nessuno vende e nemmeno compra! È gente dal carattere forgiato dai sacrifici, dalle sconfitte, senza aver mai dichiarato guerra a chicchessia. Chi lavora la terra non ha nemici ma solo amici, anche se spesso si trovano nelle piazze e pur non dichiarandosi al pari dei – “Gilet Gialli” – il giallo – verde è prevalente come l’arancione, anche se in molti si sono camuffati
L’unico modo per conoscerli è stare in mezzo a loro nei campi, il coraggio e la serietà assoluta con cui si dedicano alla coltivazione dei terreni e alle eccellenze alimentari, li colloca nella sferanobile di chi spende se stesso per il bene comune.
Se chi produce cibo per l’umanità, in appena pochi giorni dalla firma del Presidente Mattarella in calce alla – Legge di Bilancio del Popolo – viene spinto a scendere in piazza, evidentemente qualcosa non ha funzionato!! Diversamente crescerebbero le perplessità che tra gli italiani ci sono due o tre popoli: gli indifferenti, i benestanti, e chi per vivere oltre che cercare lavoro è costretto ad ingegnarsi e a studiare come inventare espedienti per campare.
Gli scampati alla mattanza del centro – sinistra prima e, rischiano altrettanto con i colori di oggi, sono stati chiamati nelle piazze, da coloro che si dicono, depositari delle soluzioni, anche se in più di una occasione hanno strillato per fare vento!
Gli artisti del “dopo” colgono ogni opportunità per poter affermare: “anche questa volta passeremo insieme la nottata”.
Consentiteci di dubitare che le soluzioni siano nel cilindro dei soliti cartomanti e, come sempre senza l’opportunità di discernere nessuna pianificazione, si canta il solito ritornello .
Sarebbe utile che coloro che invocano il “cambiamento”, dimostrino un cambio di passo! ascoltando
tutti e tenendo sul serio in considerazione la Ricerca, la Scienza e la Scuola!
La conoscenza, consente di confrontare una teoria con la realtà e di stabilire quale tra diverse ipotesi di spiegazione di un – fenomeno – sia quella corretta e quale non lo sia. La realtà non ha bisogno di mentire. La natura è quella che è e basta. È la realtà che dice se una teoria è corretta o meno. Perché la realtà è dittatoriale. Non c’è alcuna discussione sulla realtà … della realtà!

La stessa politica, sguaiata quanto sia, sbatte il grugno e deve fare i conti con l’esistente.
Scusate se ci atteniamo alla realtà, tutto il resto è la solita recita di un copione già visto nel secolo scorso. Anche questa mobilitazione denota – non perché le cose stiano diversamente – ma questa pacifica e concordata, agitazione è utile sotto le false spoglie ad alcuni “corpi sociali”- termine coniato nuovo – che lo stesso Presidente Mattarella ha richiamato nel discorso di fine anno.
Chi oggi non s’indigna, quando si parla di Xylella, olio importato e spacciato per extra vergine di olive “nostrane”; di manipolazione delle nostre eccellenze con falsi marchi ed etichette modificate, semmai è inaccettabile il richiamo alla “storia”, visto che quella Agricola è stata “scarabocchiata” dalle solite proteste in capo a sigle ballerine sempre a galla perché sono incanalate e seguono la corrente.
“Si potrebbe testimoniare che con l’Europa tutto va bene…! Si potrebbe, ma sarebbe mentire. Fermatevi per una volta a guardare nei campi, troverete solo uomini anziani che non chiedono più quando miglioreranno le loro condizioni di vita, ma la domanda che aleggia è: “Quando sarà messo in sicurezza il cimitero”.
Noi rendiamo merito ad Giovane agricoltore del quale si legge :“Faccio il contadino e non subisco le scelte di nessuno. L’agricoltura è l’unica forma di schiavitù che posso accettare”. “Più che un ritorno alla terra il mio è stato un viaggio di sola andata. Non ci avevo mai vissuto, l’avevo solo intravista grazie al lavoro dei miei nonni materni”.(…)
“L’agricoltura? È la migliore forma di schiavitù che conosca e l’unica che posso accettare”.(….)
“Non ho subìto le scelte di nessuno – spiega lui – e per fortuna mi sento libero di sbagliare in maniera consapevole. Lo Stato non mi ha mai aiutato e in generale non aiuta chi vuole tornare alla terra. Ci sono finanziamenti di ‘primo insediamento’ per chi ha meno di 40 anni e apre una partita iva agricola, è vero: ma beneficiarne è difficile. Meglio cavarsela da soli, rimboccarsi le maniche e farne a meno. Se stai un anno in campagna ti accorgi molto di più di quanto sia pieno di sfumature il cambiamento dall’inverno all’estate e dall’estate all’inverno. Le mezze stagioni esistono ancora, eccome”!!
Guadagno? “L’agricoltura, anche in zone depresse come quella dove io vivo credo possa generare reddito. Ma per ora – conclude – i margini di profitto vengono assorbiti da moltissime spese”.
Una domanda che merita una risposta, non il solito “vedremo”, così come idealmente la Confeuro tutta si vede in mezzo agli agricoltori, senza bandiere, senza distinzione alcuna sia che si sfili in Puglia, sia che la protesta vada oltre Porta Pia. Scusate la divagazione ma noi non ci vergognamo della nostra!
CONFEURO La Presidenza