A TUTTO C’È UN LIMITE … la mafia non si canta: si combatte!! … (A.M.I.Co.)

Giu 12, 2019 | Dalla Confeuro

Tempo fa su Rai Uno, a “porta a porta” abbiamo assistito alla performance di un ospite, parente stretto di un mafioso al 41bis. Come nulla fosse, ogni presa di distanza fu snobbata e prevalse la
tesi del conduttore trincerato dietro ad una non meglio definita “professionalità”. Quel gesto offese gli italiani, ma il conduttore è ancora li.

Ci risiamo! Su RaiDue il 5 u.s nello studio del programma “Realiti”, c’era una regale poltrona rossa
e oro su cui, era stravaccato, con chiaro atteggiamento da boss un soggetto dal soprannome – Scarface – mentre sullo sfondo si è accesa una gigantografia di Falcone e Borsellino.

Inizia una discussione da “marciapiede”, Scarface: «Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro». Insomma, se la sono cercata.
Il conduttore invece di cacciarlo dallo studio gli ha fatto il predicozzo che si fa agli ospiti troppo effervescenti. “Studia, gli ha detto, cerca di capire meglio, magari fra qualche anno cambi opinione, poi conclude con un raggelante – comunque ti auguro buon lavoro”.

Un comportamento, da censurare, e la trasmissione andava fermata e i vertici della televisione pubblica devono chiedere scusa ai familiari dei due magistrati uccisi dalla mafia, e per rispetto anche a tutti gli italiani. Perché il punto è il tavolo dove si è deciso che Capaci e via D’Amelio potessero diventare argomento di conversazione in una trasmissione che ha dato spazio e parola a finti banditelli del “neomelodico siciliano”.

Il punto è che nessuno a quel tavolo si sia alzato e abbia detto: ma siete matti? Che nessuno tra i dirigenti che hanno letto la scaletta abbia sobbalzato, che lo stesso conduttore non si sia messo di traverso rifiutandosi.

È inaccettabile che cialtroni (oltre a Scarface è tal Niko Pandetta, orgoglioso nipote di un condannato in regime di 41bis) che sono nessuno e contano niente usano la Rai per propagandare “le mafie”!!!

Signori del tavolo, la stragrande maggioranza di noi italiani, per Falcone abbiamo pianto e ci siamo visti perduti quando è saltato in aria anche Borsellino. Indipendentemente dal colore politico e dagli schieramenti di destra e di sinistra, progressisti e sovranisti, poveri e ricchi, siamo uniti dal medesimo sentimento, dalla stessa rabbia, dalla stessa riconoscenza per chi si è esposto per battere le mafie. La Tv di stato, appunto è dello Stato, che le mafie le combatte senza incertezze. In democrazia gli errori si ammettono, e si scende dalle pubbliche poltrone, anche se sono girevoli.

A.M.I.Co.