Sta emergendo un mondo “ombroso” che ancora oggi è poco conosciuto, e quei pochi che riescono ad immaginarlo, ci parlano di un sogno ad occhi aperti. Siamo in cammino da trent’anni per una meta sconosciuta, viaggiamo ad una velocità impressionante, magnificando le virtù della rivoluzione digitale per democratizzare l’accesso all’informazione.
Ma “fra un certo numero di anni, quando la storia scriverà il capitolo intitolato ‘era digitale’, ne celebrerà gli immensi benefici?”, o “pronuncerà un requiem di rimpianti per l’infanzia perduta?”. Gli esperti sostengono che, “Per come è oggi la situazione, temono che la storia ci giudicherà duramente a meno che non passiamo ora all’azione”.
“Mentre eravamo fissati su tutte le bellissime cose che Internet avrebbe fatto, – precisano – non pensavamo mai alle cose che avrebbe rovinato come la trasformazione radicale della minore età nel giro di una sola generazione. I social media – continuano – regalano loro l’illusione di essere connessi con amici a portata delle loro dita, mentre in realtà la vera connessione di cui hanno ardente bisogno non è accessibile in questo spazio virtuale”.
Leggendo il rapporto di Atlantic Sures, è scritto che “due ore davanti allo schermo “aumentano i fattori di rischio di suicidio” Poi sottolinea che da tempo c’è, “un’epidemia di casi di adescamento di bambini. Col tempo però “il ruscello divenne un torrente, e si comprese che il problema non si limitava a un network”, ma era “senza confini e senza linee chiare di responsabilità per risolverlo”.
Nella sostanza “Dal giorno in cui un bambino nasce comincia a lasciare impronte digitali: la sua storia sanitaria, i suoi risultati scolastici, le sue amicizie, i suoi interessi e le sue abitudini vengono raccolti, analizzati e perfino monetizzati. Come adulti, ci rendiamo conto del giro di interessi che si crea intorno alla nostra informazione personale?”. Per questo noi sottoscriviamo lo “Strumento dei 5 Diritti”, garantiti dalla Convenzione dell’Onu e aggiornati rispetto alle questioni poste dall’era digitale: il diritto alla rimozione, alla conoscenza, alla sicurezza e al sostegno, alla scelta informata e cosciente, e alla capacità di esprimersi e relazionarsi digitalmente. I dati “devono essere assicurati, protetti e non negoziabili”, la dignità, la sicurezza e la salute degli innocenti devono essere il nostro primo pensiero. Continuare a rubare l’infanzia, è un abuso del quale sembra nessuno si preoccupi seriamente. Ancora la corsa al profitto, unico Dio da adorare, mentre il mondo sta assumendo una nuova colorazione, meglio diverse colorazioni, tutto dipende quali occhi lo guardano.
Quelli dei bambini non vedono colori, offuscati dall’ingordigia dei grandi, che forse patiscono ancora le violenze subite durante l’adolescenza. Francesco ha affermato: “l’unico futuro che vale la pena di costruire è quello che include e protegge tutti”.
Noi sottoscriviamo, anche perché il successo di una idea non è al debutto, ma vanno valutate conseguenze ed effetti indesiderati.
Di solito la critica giudica a valle, discernendo anche del bene e del male. Guardiamo l’altra faccia della medaglia, le responsabilità di delineare il futuro non solo degli innocenti, ma dell’intera umanità non può essere solo di un “algoritmo”. Gli uomini hanno consapevolezza di condizionare il domani. Facciamolo seriamente e nel rispetto, dei valori e della dignità degli altri. Rubare il presente e cancellare il futuro è semplicemente un atto di viltà.