AGRICOLTORI, LAVORATORI CITTADINI D’ITALIA

Dic 29, 2017 | Dalla Confeuro

Se ne va un altro anno, come gli altri difficile, impegnativo, ma anche ricco di novità. Sapere di aver fatto un pezzo di strada, forse gli anni migliori, con la consapevolezza di camminare con gente che si diceva convinta delle iniziative comuni, degli stessi fini, con un unico obiettivo: ridare dignità a chi lavora la terra e comunque esaltare il lavoro e garantire la salubrità nel rispetto della natura, salvo scoprire poi che tra tanti, c’era anche qualche teatrante che si esibiva in coppia come asini travestiti da pulcinella. Maschere!
Il resto niente, atteggiamenti intimidatori, tipici dei perdenti.
Da quando ho messo piede in questo mondo non faccio altro che combattere e lottare. Nei tempi che furono per un tozzo di pane, o per un sorso di latte appena munto da mio nonno, dovevo lottare, altrimenti la ciotola me la rubava il cane.
L’orologio non si è mai fermato, la società si è evoluta, pensavo che con il progresso, con l’abbondanza, non avrei dovuto più̀ lottare, tant’è che oggi il latte si butta e nell’opulenza il pane, ormai, non lo mangia quasi nessuno.
È strano ma tutto verificabile, oggigiorno per la vita è ancora lotta vera, senza quartiere, senza risparmi di colpi.
Mi batto da quarant’anni e mi batterò fino alla fine, con coerenza, continuità, lealtà, pari diritti, stessi doveri, verità, in piena autonomia e liberamente ma, rispettando e ascoltando chiunque è pronto, disponibile a collaborare per contribuire alla crescita e allo sviluppo del Paese.
Non chiedo prebende né favori ad alcuno, mai ho chiesto e, nessuno mi deve niente. Ero e resto una persona normale ma, sempre impegnato ad affermare i mie principi, con a base partecipazione, pluralismo e rispetto reciproco.
Mi sono guardato dentro! Ho guardato a fondo ho scavato negli anfratti. Senza sorprese, con convinzione e fermezza, ho trovato le ragioni per andare avanti con grande determinazione, convito che ogni iniziativa ha maggiore probabilità di riuscire, se siamo in tanti a condividerla e a proporla perché si affermi come “INIZIATIVA COMUNE”.
Sono determinato, senza timori né reverenze. Lotto per le cose vere, lotto per una giustizia senza riserve, incoraggiato dalla partecipazione attiva di tante persone che condividono idee, programmi, proposte per dare speranza e delineare prospettive.
Andiamo avanti per una causa nobile, un obiettivo comune, nell’interesse generale del Paese e dei protagonisti, indipendentemente dal ruolo e dal lavoro che fanno, dobbiamo spingere sempre più forte per tirare fuori l’Italia dalle sabbie mobili in cui politicanti e comparse l’hanno cacciata. Sono convinto che stiamo percorrendo, anche se difficile, la strada giusta con rettitudine, coerenza e responsabilità.
Non mi preoccupa quanto è faticoso, non importa quanto tempo occorre, che è molto molto difficile e che sempre più aspra è la battaglia.
Ove avessi la peggio o dovessi soccombere, non è nel mio carattere cercare scusa né mi pentirò.
Un vero combattente non mente, lascia parlare i fatti: “Più dura è la battaglia, più gustosa è la vittoria.”
Sono pronto a combattere per sradicare il marcio, il mal costume, proprio dei professionisti camuffati. Non m’importa se la lotta sarà impari e infinita, forse non vincerò nemmeno una volta. Una voce mi dice “affronta la realtà sempre con dignità”.
Ci sono uomini che combattono un giorno e sono bravi, altri che si battono un anno e sono molto bravi, ci sono quelli che si battono più̀ anni e sono ancora più̀ bravi anzi bravissimi, però ci sono quali che lottano tutta la vita: ESSI SONO GLI INDISPENSABILI.
Vengo dai fitti boschi del sub-appennino dove gli uomini vivono ancora con saggezza. Uomini sempre più rari che prima di parlare s’interrogano per evitare il male, ma senza tentennamenti e nessuna rassegnazione.
Quelli che scoprono, in punto di morte, che non hanno vissuto, non sono uomini, ma schegge impazzite di una società che prima li utilizza e poi li scarica, come rotoli di fieno per alimentare il bestiame.
Il primo uomo fu un agricoltore e ogni nobiltà che ha scritto la storia, riposa sull’agricoltura.
Il problema dei nostri giorni è che prevale l’Ego a discapito delle relazioni tra esseri intelligenti.
Gli uomini del nuovo millennio non vivono per vivere, ma per far credere di avere vissuto.
Soltanto chi non ha bisogno né di comandare e né di ubbidire è davvero grande e non ha bisogno di rincorrere la menzogna, la vittoria è nei fatti.

ROCCO TISO