È innegabile che l’Italia sprofondi e crolli nell’indifferenza. Il Paese che ha fatto la storia del mondo sembra essere solo un ricordo. La politica è irrimediabilmente distratta; e questo perché i nostri Tribuni sono presi esclusivamente dallo Ius Soli e dalla strategia delle alleanze pre-elettorali.
Eppure i dati ufficiali ci dicono che la miseria cresce. Ma non è soltanto una miseria economica, molto più grave è la miseria morale in cui è precipitato lo stivale, padre di una schiera di artisti, letterati, scienziati e poeti invidiati in tutto il mondo. D’altronde non poteva finire se non in maniera ignominiosa. La storia ci insegna che nessuna società è sopravvissuta al degrado morale della sua classe dirigente e all’inerzia della sua popolazione.
E’ assurdo che siano gli immigrati a creare le risorse necessarie per pagare le pensioni agli italiani. E fa male vivere in un paese che ha il 40% circa di disoccupazione giovanile e spinge i suoi migliori ragazzi ad emigrare per cercare quel lavoro che in patria non viene offerto (se non a chi si trova invischiato nelle clientele politiche e familiari).
Nel frattempo, il “pifferaio toscano” ha aperto le frontiere dello lo Stivale in cambio di qualche strappo alle regole di bilancio fissate dall’oligarchia europea.
Per il resto la classe dei politicanti italioti si diletta a parlare di tutto e di nulla pur di distrarre l’opinione pubblica dalla grave situazione che vive il paese e che in parte sta bruciando sotto gli occhi dei vigili del fuoco e dell’esercito che non hanno mezzi idonei per contrastare questi fenomeni.
Intanto i cittadini continuano ad avvertire un enorme disagio quando percorrono opere come l’autostrada Salerno Reggio Calabria che la politica cerca ormai da realizzare da circa 40 anni.
Ci sarebbero poi ben altre preoccupazioni che attanagliano i cittadini a cui dovrebbero dare seguito i rappresentanti delle istituzioni: la drammatica disoccupazione che non accenna a calare, le banche italiane a cui il governo regala decine di miliardi di denaro pubblico, l’insicurezza che cresce nelle città. E intanto la povertà aumenta. Anziani e pensionati sono i primi a pagare il conto, ma via via il disagio si concentra soprattutto su giovani e giovanissimi.
I dati pubblici dovrebbero determinare una qualche reazione popolare, ma la propaganda mediatica e la manipolazione delle coscienze sembrano aver cloroformizzato le masse di cittadini, ormai sfiduciati e inermi. Insomma gli italiani in stato di povertà aumentano mentre il governo, non si sa su quali basi, parla di “Luce in fondo al tunnel”.
Il dato drammatico è anche quello sull’altissima percentuale di giovani che non studiano e non lavorano, i “disillusi” che rimangono a carico delle famiglie o che si “arrangiano” con lavoretti in nero ai margini della legalità. Si tratta del dato più alto in Europa.
Quello che si evince dalle statistiche, quindi, oltre al progressivo impoverimento della popolazione, è la mancanza di prospettive e la perdita di fiducia. Ne deriva che secondo l’opinione del governo i giovani sono un tremendo problema, un costoso impegno ereditario.
Nel sistema sociale rappresentano poi una grande zavorra: necessitano una formazione lunga e costosa, hanno inesperienza e provengono da un sistema scolastico che non insegna né a vivere né ad operare. Meglio quindi ricorrere agli eserciti di riserva di manodopera, quella degli immigrati: sono già adulti, si accontentano di poco, lavorano in nero e non hanno nemmeno la protezione sociale. Il grande capitale ha già fatto le sue scelte: questa è la nuova mano d’opera di cui i grandi poteri hanno la necessità. E la classe politica si adegua, acconsente e favorisce nella speranza di ottenere nuovi consensi.
Questo lo stato dell’arte. Ciò che ci lascia basiti, e i fatti degli ultimi cinque anni non ci smentiscono, sono i patti tra “il Pregiudicato e lo Spregiudicato”. Lo Spregiudicato in gergo partitico dovrebbe rappresentare la nuova generazione matura per governare, il pregiudicato invece è quel che resta del Paese dopo il ventennio del Berlusconismo. Il patto non è stato mai rotto e vive ancora oggi alla luce dei riflettori e sotto l’inchiostro di quelle tante penne dei giornalisti che, approvati e monitorati dai poteri più forti, contribuiscono a manipolare l’opinione pubblica.
Questa è un’estate dove tutto brucia, dove le carenze di acqua pare siano un evento legato ad una maledizione degli dei. Nel frattempo si osservano vetusti e provetti indovini che fanno a gara a dare profezie di danni catastrofici in modo da poter allungare il cappell ad un governo distratto dalle banche e sotto lo schiaffo dei nipotini di Macron – giovane rampante presidente dei cugini d’oltralpe.
Tutto passa, la penisola dondola ma non affoga. Tanto a ben guardare ci saranno a breve “bonus ciambella” standard, adattabili anche per gli agricoltori in giallo che piangono al comando.
Ferragosto col sole