Il mondo ha le sue leggi, un suo ordine preciso, puntuale, millimetrico. Anche se tutto è molto complicato ogni corpo vivente osserva le regole e, per dirla come si usa abitualmente “il mondo gira”. Anche la nostra Repubblica ha le sue cadenze in un articolato sempre attuale, purtroppo non gira.
Come il resto del creato, anche il mare ha le sue leggi. Quelle non scritte sono radicate nel cuore di quanti sul mare e del mare vivono. È la legge più importante ma anche la più semplice: se qualcuno è in difficoltà bisogna soccorrerlo. Perché in mare non esistono stranieri, ma solo uomini, persone. È stato sempre così. Lo sanno i vecchi marinai e i pescatori, che conoscono il valore della solidarietà, soprattutto quando quell’immensa distesa d’acqua da fonte di vita diventa improvvisamente pericolo incombente.
Assistiamo dal 4 marzo, a “messe e processioni”, poi ci dicono candidamente che è tutto un Bluff. Se hai a cuore le sorti del Paese ti prende la rabbia e potresti sostenere che governino gli elettori. Non si fonda un partito dei cittadini con i soliti riti bizantini, ma se ti senti crollare il mondo addosso ti viene voglia, pur sapendo che occorrono capacità e competenze, di affermare:
” basta al governo ci penso io”,
Da quando si rileva dalla eredità di chi ha governato, il fattore debolezza del nostro sistema politico è il prodotto di quella mancanza di spina dorsale etica che fa sempre rimuovere e condonare. Alcuni Esperti senza peli sulla lingua, mettono a nudo che «nella gestione di servizi con enti, società partecipate e miste, gli enti locali sono riusciti a moltiplicare costi, poltrone e procedure. Praticamente un disastro preventivamente pensato e poi provocato. Se volessimo capire meglio come sono andate le cose ci scontriamo con una classe dirigente che si salva sempre con l’autocritica o fondando nuovi partiti. Non solo, ma sono come “gramigna” le alleanze composte da un coacervo di forze diverse, accomunate solo dagli interessi diretti.
Come la mettiamo difronte alla Repubblica del trasformismo e dell’accomodamento se solo si pensa che in 150 anni il Belpaese si è regalato la “bellezza” di 121 Governi. Tutti attingono, dalle mammelle dello Stato, considerato semplicemente una “vacca” prolifera e generosa da mungere fino in fondo, anche se a pagare siamo noi.
Se i partiti dunque hanno comandato per un secolo e mezzo, più o meno in forme concordate, non è un peccato mortale, se per una volta a lucidare lo stivale fossero i Lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani, massaie e casalinghe. Insomma facciamo governare chi paga le tasse e per tirare innanzi, si sacrifica, si dispera e grondando sudore cerca di portare qualcosa a casa!
UN GOVERNO A TINTE CHIARE
UN PRESIDENTE PESCATORE
Su questa svolta politologi e politicanti dibattono tra “capacità e onestà” e tra “corrotti e onesti”. Ci sono alcuni che preferiscono i capaci anche se corrotti, di contro sostengono che un onesto cretino ci rovina. Un presuntuoso “E dunque, vogliamo punire i disonesti? Benissimo, aprire le celle, ma solo dopo aver convocato il plotone di esecuzione per gli imbecilli”.
Questi sono i limiti del Belpaese, noi raccontiamo il romanzo del vecchio pescatore : “un uomo all’antica, che vive secondo gli insegnamenti del mare e si ritrova a salvare uomini e donne anche se clandestini in cerca di una vita migliore. I pescatori obbediscono alla legge del mare piuttosto che a quella della terra che vieta di avvicinarsi ai propri simili. Il vecchio pescatore, che ha perso un figlio in mare, decide di non seguire la legge della “Terraferma”, ma di seguire, il “codice del mare” che impone di non lasciare un uomo in balia delle onde.
LA “Vita” guarda il mare. Suo padre un giorno gli ha detto devi trovare un luogo dentro di te, intorno a te. Un luogo che ti corrisponda. Che ti somigli almeno in parte.
VI INVITIAMO TUTTI A PECCARE
MA DIAMOCI UN GOVERNO
CON IL CODICE DEL MARE
È solo un peccato veniale orientare, Vinti, Vincitori, imbroglioni, faciloni, chiromanti, maghi e pensatori a rispettare, senza rosicare per una legislatura la Legge del mare.