MA QUESTA EUROPA È TERRA STRANIERA!

Apr 20, 2018 | Dalla Confeuro

Per carità i nostri eroi sono presi dalla formazione del Governo, né noi sudditi siamo stati accontentati, nell’uovo di Pasqua, nessuna sorpresa, si tratta, si procede, continua il via vai. intanto a Bruxelles approvano regole permissive, stracciando le norme italiane sul BIOLOGICO, molto più rigide di quelle in vigore.
L’unica consolazione che i parlamentari italiani asseriscono che hanno votato contro. Ma i nostri cosa hanno detto a luglio 2017 quando si raggiunse l’accordo votato definitivamente e quindi in fase di applicazione?
Di questo passo l’Europa mostra i segni dello sgretolamento, mettendo in mostra tutte le debolezze del già precario equilibrio, tra i paesi dell’area nord e quelli che si affacciano sul Mediterraneo.
Tra l’altro la Riforma del Biologico non è in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a bio. Con questa “Non riforma” si penalizza il nostro Paese, che è tra i più virtuosi nel rispetto del metodo di produzione biologica e del sistema dei controlli.
Non tutto però è compromesso, prima della pubblicazione avverrà a maggio con il via libera definitivo da parte del Consiglio Agricoltura e pesca che riunisce tutti i Ministri dell’Agricoltura. Il regolamento, con gli applicativi collegati, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021.
La Confeuro richiama e condivide la posizione critica di EOCC (The European Organic Certifiers Council, associazione che raggruppa i principali organismi di certificazione europei).
Prioritariamente sulla carenza di omogeneità tra i vari paesi nel definire la soglia massima di residui presenti nei prodotti biologici e l’eliminazione della visita ispettiva annuale per aziende considerate non a rischio.
Purtroppo alla domanda sulla omissione dei controlli, non abbiamo trovato una motivazione valida. Senza verifiche in campo e niente riscontri, di quale Biologico si parla?
Basta annuire, in modo coeso la politica deve pretendere chiarezza, garanzie sia per chi produce ma soprattutto per gli ignari consumatori. Ai cittadini d’Europa, le istituzioni preposte devono chiarire e se occorre, spiegare a cosa servono le tre sedi di un Parlamento itinerante che gioca su tre tavoli, ma nulla o troppo poco, forse niente si fa: perché in molti non credono più a questa Europa?