AUGURI ITALIA

Dic 28, 2017 | Dalla Confeuro

Un anno orsono, la davano per finita. Alcuni ne hanno fatto un caso personale, peccato che ci hanno rimesso solo parzialmente le penne.
La Carta, scampato il pericolo, ha imboccato la via che l’ha portata al traguardo dei settanta, da quando il Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, l’ha promulgata e poi pubblicata lo stesso giorno sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica.
Si, stiamo parlando della Costituzione italiana, elaborata e scritta dalla Assemblea Costituente, eletta quasi due anni prima dal voto libero ed eguale di uomini e, per la prima volta, pure di donne, il 2 giugno 1946.
Dunque un compleanno straordinario – settant’anni – che rendono la celebrazione di questa ricorrenza un traguardo importante, che esprime tanto una forte continuità nei valori, quanto una solida stabilità nelle scelte istituzionali di fondo, allora delineate: in primis, in quella dell’essere una Repubblica.
E poi perché questo anniversario cade alla scadenza di una legislatura assai intensa e turbolenta, che ha dedicato molto del suo tempo proprio al tentativo di accaparrarsi tutto il potere. Sfortunatamente, il golpe è andato a vuoto e quindi la Carta Costituzionale non è cambiata e lo Stivale è salvo.
Siamo comunque convinti, spinti dalla realtà delle cose e dagli eventi della Storia, che in un tempo ragionevole, torneremo ad interrogarci nuovamente sulle nostre istituzioni, cercando di riannodare i fili di un serio processo riformatore che da diversi anni stenta a decollare proprio perché i protagonisti hanno smarrito il senso dello Stato.
Quel giorno, tuttavia, proprio per non ripercorrere gli errori del passato, dovranno essere coinvolti uomini di cultura e le forze organizzate e quanti operano nel sociale in modo che con il coinvolgimento di tutti, si possano migliorare, regole che non hanno riscontro in un mondo in continuo cambiamento.
Festeggiare sì, ma all’insegna della consapevolezza e con spirito riflessivo e costruttivo, ragionando tra il già e il non ancora, sulle scelte collettive che dobbiamo compiere tutti insieme per migliorare la qualità del nostro vivere comune.
Tutto è stato combinato da un governo straniero e trattandosi di un Referendum confermativo, quindi senza “quorum”, con l’urgenza di prendere tutto, da cattolico mascherato, nonostante le intense preghiere, un’Ave Maria per la vittoria, un Padre nostro per la legge di bilancio, una dozzina di Atti di dolore e poi tanti “mea culpa” per convincere gli elettori a votare “SI”, il promotore è stato costretto a fare il biglietto per la tratta Roma – Firenze di sola andata.
Ma tutto ciò che verrà deve essere reale e veritiero. Un tempo si credeva che il contrario della verità fosse l’errore, e il contrario di un errore fosse la verità.
Oggi una verità può avere per contrario un’altra verità altrettanto valida, e l’errore un altro errore.
Le certezze sono impossibili e i punti di riferimento sono continuamente messi in discussione.
Niente può essere dato per scontato. La verità è sempre la correzione di un errore, e quindi l’errore fa parte della verità.
Quel giorno noi c’eravamo, forse domani non ci saremo, se la Costituzione bisogna modificare, si dica oggi che lo sarà solo per migliorare le condizioni di vita prima di tutto dei cittadini italiani.
Con franchezza e conoscenza, facciamo nostre le parole del presidente del Senato quando ha sottolineato: “La Costituzione della Repubblica è sempre giovane”. “Di fronte ad un documento di settanta anni fa è certamente lecito interrogarsi sulla sua attualità, sulla sua capacità di rispondere ancora adeguatamente alle esigenze dei cittadini di oggi – ha aggiunto il Presidente – in un periodo segnato purtroppo da un diffuso astensionismo, l’elevata affluenza al referendum costituzionale del dicembre 2016 ha dimostrato l’importanza che i cittadini ancora riconoscono alla Costituzione.
I primi dodici articoli della Carta Costituzionale custodiscono i “Principi fondamentali” che declinano lo spirito vitale della Costituzione, un “giovane” testo che da 70 anni è la guida della Repubblica Italiana. Un testo figlio della Resistenza e nipote della Liberazione dedicato a tutti i cittadini nel quale sono racchiusi i diritti inviolabili e i doveri inderogabili di ciascun individuo.
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.»