CINQUE MILIARDI PER LE PMI

Giu 26, 2017 | Dalla Confeuro

Indubbiamente, l’efficienza di questo governo, di correre contro il “tempo”, ove ce ne fosse ancora bisogno, è stata ampiamente dimostrata Domenica 25 Giugno. In un pomeriggio romano umido e afoso, con la lancetta oltre 35°, donne e uomini che contano hanno licenziato, l’ennesimo decreto legge salva banche, in tempi da record: 20 minuti per Popolare di Vicenza e Veneto Banca Spa a tutto danno, o vantaggio del colosso bancario Intesa San Paolo.
Fatti salvi i correntisti, mano tesa ai risparmiatori, purtroppo il piano di salvataggio non ha ciambelle per 3500 ESUBERI.
Con questi chiari di luna, si rafforza la convinzione che molti si dicono fortunati perché hanno un lavoro e, soprattutto chi lavora in banca si sente un privilegiato. Non trova e non fa breccia la posizione dei confederali quando fanno eco al Presidente del Consiglio che sostiene “il lavoro é un diritto” e che lo Stato non può fare tutto ma tocca ai privati investire ed innovare.
A prescindere dalla diatriba i cittadini si domandano: qual è il ruolo dei sindacati in queste trattative dove il governo investe e contemporaneamente accetta migliaia di ESUBERI?
Tralasciando l’originalità delle posizioni e del credo del governo, è storicamente dimostrato che i moltissimi piccoli imprenditori, che da decenni investono e innovano quotidianamente si sentono degli imbecilli perché non hanno il lavoro, a fronte delle politiche espansive della Banca Centrale Europea che distribuisce prebende alle Banche, sottocapitalizzate, senza minimamente ipotizzare che tanti piccoli imprenditori necessitavano di ottenere maggiori linee di credito, che vengono negate perché hanno il rating basso, (capacità ad un soggetto di adempiere ai propri impegni finanziari).
Il grido che si leva dalla generalità dai piccoli imprenditori è da anni come un ritornello: “siamo, stanchi, sfiniti e sfiduciati di ascoltare fandonie, in contrasto con la realtà. Basta con politica fanfarona e con le notizie prezzolate dei tanti inserzionisti!”
È ampiamente accertato e risaputo che la causa della crisi é la DELOCALIZZAZIONE delle produzioni e la gran parte della merce che arriva in Europa dalla CINA non rispetta le basilari regole sulla salute, il lavoro minorile, l’inquinamento e gli accordi commerciali sul dumping e svariate forme di finanziamenti occulti. E quando finirà il permissivismo ai grandi marchi (ormai società multinazionali e fondi di investimento) di rendere trasparente la tracciabilità e l’etichettatura obbligatoria dei prodotti importati?
Quelle delle PMI sono aspettative che vanno da un Esecutivo all’altro, sono così mature, che non le scalfisce neanche il tempo, ma di questo passo presto potrebbero cadere. Complimenti per un altro salvataggio, tempestivo, concreto che dimostra l’efficienza, la puntualità e la lungimiranza del programma del governo, e la ricettività del sistema bancario.
Finalmente, è prevalso il buon senso, che auspichiamo venga usato anche per il resto delle piccole e medie aziende, che pur incredule nascondono ancora la speranza di leggere tra i sottotitoli 5 miliardi per le imprese per far lavorare la gente.

Il pifferaio Magico.