CONFEURO: A UN ANNO DAL REFERENDUM PER L’ACQUA PUBBLICA NULLA E’ CAMBIATO

Giu 13, 2012 | Comunicati

A un anno esatto dalla schiacciante vittoria del referendum sull’acqua pubblica che sancì l’evidente volontà degli italiani di considerare le risorse idriche un bene appartenente all’intera collettività e quindi da sottrarre alla logica del profitto – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – non è cambiato praticamente nulla. Nonostante il risultato referendario infatti, – continua Tiso – la remunerazione del capitale è ancora sul conto delle bollette dei cittadini, esattamente l’opposto di quanto deciso proprio con il referendum.

La gestione dell’acqua, della cui mancanza soffrono un miliardo e 300 mila persone nel mondo, è oggi una questione di primaria importanza, ed è per questo che è necessario intervenire con urgenza perché venga assicurato il rispetto del referendum e perché si riduca drasticamente il suo spreco, pari a un terzo dell’acqua erogata.

L’amministrazione delle risorse idriche, – conclude Tiso – essenziale per il settore agricolo, richiede investimenti pubblici strutturali pari a circa 60 miliardi. Questo genere di operazioni, – conclude Tiso – oltre che seguire le indicazioni venute dal referendum ed essenziali per un paese fondato sui valori democratici, permetterebbe una ripresa dell’intera economia nazionale e un rilancio per il suo settore portante, appunto quello agricolo.