La crisi economica sta facilitando la penetrazione della malavita anche in agricoltura, che insieme alla ristorazione risulta essere uno dei settori più soggetti a infiltrazioni – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. L’ultimo rapporto della Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare fa nuova luce su un fenomeno che ha conosciuto una pericolosa crescita negli ultimi due difficili anni, raggiungendo solo nel Lazio un giro d’affari stimato di 40 milioni di euro.
La crisi sanitaria ed economica ha fatto registrare un passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata – continua Tiso. Per questo occorre intervenire al più presto non solo con misure repressive e controlli più accurati, ma anche attraverso programmi di credito agevolato per le aziende agricole con l’obiettivo di impedire che finiscano per rivolgersi agli usurai. Se si vuole vincere questa battaglia si deve giocare su più fronti.
Non può esserci transizione ecologica senza legalità. Agricoltura sostenibile significa non solo rispetto dell’ambiente, ma anche delle leggi che regolano la vita lavorativa e sociale. In questa prospettiva, lo sfruttamento dei braccianti stagionali nelle nostre campagne non può essere in alcun modo tollerato. Sono ancora troppi quelli sottopagati, costretti a vivere in alloggi poco dignitosi e privati di diritti fondamentali. È indispensabile restituire dignità a tutti i lavoratori per difendere il valore di tutto il settore agricolo.