CONFEURO: INQUINAMENTO E CORONAVIRUS, L’AGRICOLTURA INTENSIVA NON E’ PIU’ SOSTENIBILE  

Apr 14, 2020 | Comunicati

L’agricoltura italiana ha bisogno di respirare aria nuova e, soprattutto, pulita – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Secondo uno studio preliminare della Società italiana di medicina ambientale, l’inquinamento e le Pm10 avrebbero contribuito alla diffusione del coronavirus in Lombardia, facendo precipitare la crisi sanitaria nella regione. Nella provincia di Brescia, in particolare, oltre agli allevamenti intensivi, anche la pratica dello sversamento dei liquami nei terreni agricoli avrebbe peggiorato la qualità dell’aria. A febbraio, nonostante il blocco invernale, la Regione Lombardia ha infatti autorizzato per ben sette volte gli spandimenti nel bresciano causando lo sforamento dei limiti per le Pm10.
Confeuro si batte da anni per un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dell’uomo – continua Tiso. Constatiamo ora gli effetti nefasti che può avere un’attività agricola che sfrutta al massimo le risorse, cercando in modo esclusivo il profitto. Il settore primario è la cartina di tornasole del valore che diamo all’ambiente e alla nostra salute. Il tragico bilancio di vittime del virus ci mette davanti a un bivio che non possiamo più eludere: da una parte c’è l’agricoltura senza regole, che diventa parte del problema, dall’altra l’agroecologia che fornisce le soluzioni, tutela il territorio e la salute.
Il Paese sta apprendendo a tappe forzate una dura lezione. L’altissimo prezzo che stiamo pagando deve spingere tutti – amministratori, coltivatori e cittadini – a una seria presa di coscienza per cambiare le proprie scelte politiche, produttive e di consumo. La realtà dei fatti ci mostra in modo crudo e diretto che non possiamo più aspettare.
Roma, 14.04.2020