CONFEURO: L’AGRICOLTURA E’ UN PATRIMONIO CONDIVISO CHE NON PUO’ CADERE NELLE MANI DI POCHI

Ott 20, 2015 | Comunicati

Comprendere le ragioni dei sorrisi del governo e del ministero per le Politiche Agricole; nonché sentire definire questa Legge di Stabilità come “una delle più agricole degli ultimi anni” – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – è senza dubbio qualcosa che ci lascia profondamente perplessi. Non capiamo infatti cosa ci sia festeggiare con dati come quelli del 2013 che registrano una diminuzione del numero delle aziende agricole del 9,2%; un abbattimento della superficie agricola utilizzata del 3,3% e una riduzione dell’utilizzo di lavoro (in termini di addetti) del’8,1%. Questi numeri – continua Tiso – sono invece evidentemente preoccupanti, e lo sono ancora di più se affiancati a quelli vergognosi che dimostrano la mole dei contributi Pac per 550mila piccoli agricoltori (3,40 euro al giorno). La logica, per quanto non dichiarata, è evidentemente quella di affossare le Pmi agricole per regalare il settore alle multinazionali del primario.

In generale – continua Tiso – il governo sta evidentemente conducendo il Paese verso una direzione pericolosa e forse senza uscita. E in questo senso la Legge di Stabilità non è che l’ennesima dimostrazione. Il provvedimento infatti, oltre a non essere in alcun modo “uno dei più agricoli degli ultimi anni”, contiene gravi tagli alle strutture di assistenza ai cittadini, e tra queste vi sono anche i patronati.

Come promotori del Patronato Labor – prosegue Tiso – non siamo in alcun modo preoccupati per gli attacchi dell’esecutivo, che pongono sicuramente dei grandi problemi, ma che non minano in alcun modo la solidità di una organizzazione capillare e trasparente che ha fatto dell’impegno e dell’onestà verso i cittadini il proprio credo.

La verità – continua Tiso – è che, nonostante la propaganda di alcuni media, dietro le slide del governo non c’è davvero nulla. Si sta solo continuando a buffare nella speranza che gli italiani non si accorgano di quanto sta accadendo. Ma come abbiamo detto in più di qualche circostanza – conclude Tiso – il motore del cambiamento si è già acceso. E non bastano delle slide piene di parole vuote per arrestarlo.