CONFEURO: L’AGRICOLTURA PAGA IL PREZZO DI UN ANNO DIFFICILE. IL NUOVO GOVERNO PRENDA IMPEGNI CHIARI PER IL RILANCIO
L’agricoltura paga il prezzo di un anno senza precedenti nella storia del nostro Paese, facendo registrare un calo della produzione e del valore aggiunto – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Gli ultimi dati Istat rivelano che il volume della produzione agricola si è ridotto del 3,3%, mentre il valore aggiunto ai prezzi base e le unità di lavoro sono diminuiti rispettivamente del 6,1% e del 2,4%. Gli effetti dell’emergenza si fanno dunque sentire anche nel settore primario, uno dei pochi a non aver mai sospeso le proprie attività assicurando le forniture di generi alimentari a tutta la popolazione. I numeri diffusi dall’Istat dovrebbero spingere l’esecutivo a riprendere al più presto in mano le questioni più urgenti per i coltivatori, ponendo rimedio al vuoto apertosi in seguito alle dimissioni della ministra Bellanova – prosegue Tiso. Anche se nel complesso il settore ha tenuto bene, per la maggior parte dei prodotti agricoli l’anno passato ha fatto segnare il segno meno. A soffrire sono state in particolare l’olivicoltura (-18%) e tutte le attività secondarie quali agriturismi, servizi per il primario e florovivaistica. Nonostante le difficoltà, secondo le prime stime nel 2020 l’agricoltura italiana si è collocata al primo posto in Europa per valore aggiunto con 31,3 miliardi di euro, davanti a Francia e Spagna. Ci aspettiamo quindi che il settore primario ricopra un ruolo centrale nel Recovery Plan che il Governo presenterà a Bruxelles a metà febbraio. Il rilancio dell’economia potrà avere successo solo se farà dell’agricoltura uno dei suoi pilastri fondamentali, puntando su transizione verde, semplificazione burocratica e innovazione digitale.