CONFEURO: NUOVA PAC, IL RILANCIO DEL VECCHIO CONTINENTE PASSA DALL’AGRICOLTURA

Giu 23, 2020 | Comunicati

L’agricoltura può diventare un volano per lo sviluppo del Vecchio continente, ma per realizzare questo obiettivo è necessario un radicale cambiamento della struttura della Pac – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. E’ importante che sia assicurato un budget adeguato, ma altrettanto importanti sono i risultati che saranno ottenuti attraverso questo strumento. La Pac va riscritta per tutelare le produzioni di nicchia e le filiere corte, biologiche e locali, che consentono di ridurre in modo drastico gli sprechi prima che il cibo arrivi al consumatore finale.
In questi giorni la riforma della Pac si sta dimostrando un nodo difficile da sciogliere – continua Tiso. Lo testimoniano le crescenti tensioni tra il Parlamento europeo e la Commissione, contraria a prolungare l’attuale regime per un periodo transitorio di due anni in attesa di giungere a un accordo.
Una riforma ambiziosa della Pac, che registri decisi passi avanti verso l’agroecologia, è possibile. Così come è possibile una riforma che non vada oltre l’ordinaria amministrazione e perpetui strumenti ormai inefficaci e datati. Sarebbe davvero limitante considerare la produttività utilizzando soltanto i tradizionali parametri economici – reddito, fatturato, volumi di produzione – perché Il valore aggiunto dell’agricoltura trascende questi criteri.
Nella Strategia ‘Farm to fork’, approvata di recente dalla Commissione, si legge che “i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta”. Al tempo stesso, la nuova ‘Strategia per la biodiversità’ di Bruxelles prevede la riduzione del 50% dei pesticidi, la destinazione del 10% dei terreni agricoli a elementi di biodiversità e il ripristino di ecosistemi cruciali. Se si vogliono davvero trasformare le buone intenzioni in realtà, la riforma della Pac non potrà che essere coerente con i principi ispiratori delle nuove linee strategiche europee – conclude Tiso.