CONFEURO: PLASTICHE IN AGRICOLTURA, INCENTIVARE ALTERNATIVE SOSTENIBILI PER FRENARNE L’USO

Dic 20, 2021 | Comunicati

plastiche

Anche l’agricoltura dà il suo contributo alla produzione di plastiche inquinanti, mentre le alternative ecologiche e biodegradabili non sono ancora abbastanza diffuse – dichiara Andrea Michel Tiso, presidente nazionale Confeuro. Secondo un rapporto diffuso di recente dalla Fao, il primo di questo genere, nel 2019 sono state impiegate nel settore primario 12,5 milioni di tonnellate di plastica. Si stima inoltre che l’uso della plastica in agricoltura per serre, insilati e pratiche come la pacciamatura aumenterà del 50 per cento entro il 2030. Tra i principali problemi c’è quello dei polimeri, che si disperdono in piccoli frammenti e restano nell’ambiente per molti anni minacciando gli organismi e gli ecosistemi.

Secondo il vicedirettore generale della Fao Maria Helena Semedo “occorre un’azione coordinata e decisiva per facilitare le buone pratiche di gestione e frenare l’uso disastroso della plastica nei settori agricoli”. Ripensare l’agricoltura significa cambiare le pratiche di coltivazione, ma anche le sostanze e i materiali utilizzati – continua Tiso. Si tratta di un cambiamento profondo di mentalità e di approccio, che interessa tutte le fasi della produzione e genera un rapporto diverso con la terra e con le sue risorse.  

Le soluzioni alternative alla plastica esistono, ma devono essere incentivate e promosse affinché il loro utilizzo si diffonda e si trasformi in pratica quotidiana nei campi. L’uso di pacciamature biodegradabili, ad esempio, come già avviene nelle coltivazioni biologiche, permette di evitare i problemi di fine vita delle coperture tradizionali in plastica. Se nella grande distribuzione gli operatori hanno già preso coscienza del problema, non si può dire lo stesso per l’agricoltura. Per questo il Pnrr e il nuovo Piano strategico nazionale dovranno affrontarlo avanzando proposte percorribili.