Una delle tante sacche della burocrazia italiana difficili da estirpare è quella dei Psr. I Programmi di Sviluppo Rurali sono infatti scritti in modi incomprensibili e richiedono adempimenti così complessi che spesso le Regioni stesse, responsabili della stesura dei progetti, si mettono nelle condizioni di dover ridare nuovamente le risorse comunitarie a Bruxelles poiché incapaci di spenderle.
Cè un altro aspetto dei Psr che è opportuno sottolineare. E’ importante che il ministro Martina faccia sentire con forza la sua voce e sostenga l’esigenza di dar vita a dei programmi che puntino sulla qualità, sull’occupazione giovanile e sull’innovazione.
I Psr sono uno strumento molto importante per il primario e vanno utilizzati con cura ed intelligenza. Non è accettabile che dopo una serie infinita di scontri con la Ue al fine di ottenere maggiori risorse si finisca addirittura con il non spendere quelle disponibili.