CONFEURO: ULTIMI ARRESTI CONFERMANO CHE IL CAPORALATO PUO’ ESSERE SCONFITTO. COSTRUIRE ORA INSIEME UNA NUOVA LEGALITA’

Ott 14, 2019 | Comunicati

Il recente arresto di uno dei principali esponenti del caporalato in provincia di Potenza, dimostra che è possibile combattere con successo un fenomeno che sfrutta la manodopera agricola e nega i più elementari diritti – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Dalle prime indagini emerge che la persona arrestata, AbdelKarim Musai, era a capo di una rete attiva non solo in varie regioni d’Italia, ma anche in Europa, e in grado di gestire un mercato di circa 1200 lavoratori tenuti in condizioni di schiavitù.
Gli ultimi eventi confermano inoltre che il caporalato non è un fenomeno ristretto al Sud Italia, ma è in rapida ascesa anche al Centro-Nord ed è associato a gravi reati tra i quali sofisticazioni alimentari, truffe, salari non pagati, evasione fiscale e agromafie – ricorda Tiso.
Rivolgiamo il nostro apprezzamento al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova per aver dato il via in questi giorni a una serie di operazioni contro il caporalato in diverse aree del Paese, nell’augurio che sia solo l’inizio di una strategia diretta a sradicare il fenomeno dalle nostre campagne.
Gli arresti dei responsabili sono un primo essenziale passo. Ad essi deve tuttavia seguire un lavoro di monitoraggio continuo che coinvolga anche organizzazioni e reti attive sul territorio per andare oltre la doverosa repressione e costruire insieme una nuova legalità. Solo un clima di vera legalità e rispetto dei diritti può fornire infatti il terreno per una rinascita verde dell’agricoltura italiana. Si tratta di una battaglia decisiva che non può essere rimandata e che interessa tutti, dai lavoratori agricoli fino al consumatore finale.