CONFEURO: ULTIMI ARRESTI CONFERMANO CHE IL CAPORALATO PUO’ ESSERE SCONFITTO. COSTRUIRE ORA INSIEME UNA NUOVA LEGALITA’
Il recente arresto di uno dei principali esponenti del caporalato in provincia di Potenza, dimostra che è possibile combattere con successo un fenomeno che sfrutta la manodopera agricola e nega i più elementari diritti – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Dalle prime indagini emerge che la persona arrestata, AbdelKarim Musai, era a capo di una rete attiva non solo in varie regioni d’Italia, ma anche in Europa, e in grado di gestire un mercato di circa 1200 lavoratori tenuti in condizioni di schiavitù.
Gli ultimi eventi confermano inoltre che il caporalato non è un fenomeno ristretto al Sud Italia, ma è in rapida ascesa anche al Centro-Nord ed è associato a gravi reati tra i quali sofisticazioni alimentari, truffe, salari non pagati, evasione fiscale e agromafie – ricorda Tiso.
Rivolgiamo il nostro apprezzamento al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova per aver dato il via in questi giorni a una serie di operazioni contro il caporalato in diverse aree del Paese, nell’augurio che sia solo l’inizio di una strategia diretta a sradicare il fenomeno dalle nostre campagne.
Gli arresti dei responsabili sono un primo essenziale passo. Ad essi deve tuttavia seguire un lavoro di monitoraggio continuo che coinvolga anche organizzazioni e reti attive sul territorio per andare oltre la doverosa repressione e costruire insieme una nuova legalità. Solo un clima di vera legalità e rispetto dei diritti può fornire infatti il terreno per una rinascita verde dell’agricoltura italiana. Si tratta di una battaglia decisiva che non può essere rimandata e che interessa tutti, dai lavoratori agricoli fino al consumatore finale.