Gentile Presidente,
in queste settimane il nostro Paese sta affrontando uno dei momenti più difficili della sua storia repubblicana e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Per questo ho deciso di scriverLe a nome di Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo, perché accanto all’emergenza sanitaria che tutti abbiamo sotto gli occhi se ne sta profilando un’altra non meno pericolosa: quella agricola e alimentare.
Per via delle restrizioni imposte per minimizzare il pericolo di contagio, mancano all’appello circa 370mila lavoratori stagionali. L’agricoltura nutre il paese ed è solo grazie alla fatica di chi si prende cura dei campi – dagli imprenditori agricoli fino ai braccianti e ai raccoglitori – che la filiera agroalimentare può garantire che il cibo arrivi sulle tavole degli italiani. Nel pieno della tempesta il contributo del settore primario rivela la sua importanza cruciale.
Di fronte allo scenario attuale non c’è più tempo per gli indugi, ma bisogna agire in modo rapido e determinato. In assenza di un intervento tempestivo, oltre a subire un ingente danno economico l’Italia rischia di perdere l’autosufficienza alimentare, mentre frutta e verdura marcirebbero sui campi e comincerebbero a scarseggiare sugli scaffali dei supermercati.
Per queste ragioni, oltre a sostenere la creazione di corsie verdi per far giungere in Italia i lavoratori stagionali, Confeuro avanza due proposte concrete che potrebbero trovare attuazione in tempi rapidi e permettere di salvare i raccolti.
In primo luogo, come è stato fatto per medici e infermieri, proponiamo la pubblicazione di un bando nazionale per il reclutamento di lavoratori agricoli con l’obiettivo di riempire il grande vuoto creatosi in seguito al mancato ingresso dei lavoratori stagionali. Il bando dovrebbe prevedere, oltre a una copertura finanziaria adeguata, corsie verdi interne al Paese per il trasferimento in sicurezza della manodopera.
La seconda proposta prevede di coinvolgere i percettori del reddito di cittadinanza abili al lavoro nella raccolta nei campi, con il medesimo rispetto delle misure di sicurezza personale e pubblica in vigore per gli altri lavoratori. In tal modo, chi già usufruisce di un sostegno dello Stato potrà finalmente attivarsi per dare il proprio contributo in un momento critico.
Gli agricoltori sono in prima linea nella lotta contro il coronavirus, affrontando ogni giorno con coraggio rischi e difficoltà. Tra di loro è forte la consapevolezza che bisogna tenere duro e continuare a lavorare, ma per far ciò c’è bisogno della manodopera indispensabile affinché i frutti della terra non vadano perduti.
Andrea Michele Tiso
Presidente Nazionale Confeuro