DA SPOGLIARELLISTA A TELEFONISTA

Giu 26, 2018 | Dalla Confeuro

Lo spogliarello con la Bibbia in mano – Nel 2007, il neosindaco inscenò uno spogliarello nella sala stampa dell’Assemblea regionale siciliana per protestare contro la decisione dell’allora presidente, Gianfranco Micciché, di estrometterlo dalla commissione bilancio. Coppola nera in testa, Pinocchio in una mano e Bibbia nell’altra, De Luca venne immortalato a petto nudo e una bandiera della Sicilia utilizzata come pareo.
Il primo arresto nel 2011 – Non è poi la prima volta in cui De Luca ricopre il ruolo di sindaco. Dal 2003 al 2011 fu primo cittadino di Fiumedinisi, dove è nato, e dal 2012 al 2017 di Santa Teresa di Riva. Oltre agli spogliarelli, De Luca è noto anche per le sue vicende giudiziarie, iniziate nel 2011 quando, come ricorda il Corriere della Sera, finì in manette con il fratello Tindaro, funzionario del Comune di Fiumedinisi e presidente della Commissione edilizia, per il cosiddetto “sacco di Fiumedinisi”. Venne accusato di abuso d’ufficio, falso e tentata concussione per aver gestito gli appalti per la costruzione di un albergo, 16 villette e un muro di contenimento del torrente Fiumedinisi così da favorire le imprese edilizie della sua famiglia.
Nel 2017 tra gli “impresentabili” – Pochi giorni prima dell’assoluzione e in concomitanza con l’annuncio della sua candidatura a sindaco di Messina, nel novembre 2017, De Luca venne nuovamente arrestato per evasione fiscale. Il suo nome era, secondo la Commissione antimafia, tra gli “impresentabili” del centrodestra. De Luca tornò in libertà dopo la revoca degli arresti domiciliari, sostituita con una misura interdittiva del divieto di ricoprire ruoli apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta. In totale, il nuovo sindaco di Messina è stato coinvolto in 16 inchieste e in altrettanti proscioglimenti. Rimane aperta quella in cui è accusato di evasione fiscale.

Fonte: Ansa