Una recente indagine di SWG, organismo specializzato nei sondaggi, indipendente ma collegato alle ultime e più avanzate tecniche digitali, ha pubblicato una fotografia da cui si rilevano i due volti del Belpaese. Ordunque noi italiani auspichiamo con forza l’ormai quasi utopico “cambiamento”, ma al contempo sosteniamo quelli che sono al potere.
“Nell’Italia populista si può essere tutto e il contrario di tutto; il governo può ricoprire sia il ruolo della maggioranza che quello dell’opposizione e i cittadini possono essere in prima linea sulle barricate e nel mentre applaudire l’esecutivo gialloverde”.
UNA RIVOLUZIONE INTERCAMBIABILE
Il 60% degli intervistati considera la strada delle riforme quella migliore per smuovere la situazione ma per una cospicua minoranza non è sufficiente. Circa il 27 – 30% crede che l’unica possibilità di trasformazione reale, passi per la rivoluzione; una convinzione che si sta diffondendo recentemente.
Qualcuno richiama i gilet francesi, ciò che non convince e preoccupa è il target della protesta: Il vento francese spingeva i gilet gialli contro il Presidente Macron, il “favonio” nostrano, non soffia contro chi gestisce il potere, anzi pare che tutto il Governo sembra godere delle simpatie dei rivoluzionari.
QUALCOSA NON TORNA
Se c’è una grossa parte di Italiani spazientiti e molti sono in fermento, come mai i numeri rilevati nei sondaggi elettorali attestano un consenso della coalizione di governo, quasi oltre il 60% che sorprende ancora di più in un’epoca in cui, ribaltando la celebre massima andreottiana, il potere logora chi ce l’ha.
Un espediente è il modo di porsi ai destinatari della comunicazione, nonostante si gestisce il potere – vedi Lega – ancora come partito antisistema, facendo credere di essere impegnata in una interminabile presunta battaglia in nome del popolo italiano contro tutti quelli che attenterebbero alla nostra sovranità.
Ma i rivoluzionari contro e per che cosa lottano? Il bersaglio dei “combattenti” sono i poteri forti.
Una rappresentazione, sfocata e abusata che in un dipinto a tinte fosche comprime il vecchio continente, ben distinto da Russia e confinanti. Bisogna dare addosso all’alleato di governo che nelle votazioni per l’elezione del Presidente del Parlamento di Strasburgo ha disobbedito. Un sotterfugio, per far capire che sono loro l’unico partito che non ha tradito il sentimento popolare.
IL CAVALLO VINCENTE
Il più produttivo in ordine di proseliti, è il tema delle disuguaglianze che più di ogni altro genera la rabbia degli italiani. Un argomento, che si discute poco, ma presto potrebbe diventare strumentalmente, una minaccia, che potrebbe generare una probabile lotta tra potere e privilegiati e tra illusi contro i disillusi.
A. M. I. Co.