UNA STAGIONE DI CENERE – (A.M.I.Co.)

Lug 22, 2019 | Dalla Confeuro

Fumo acre, fiamme alte, è la realizzazione della teoria di boschi bruciati, fiamme che si presentano in quelle zone di chi ci è nato e cresciuto, da non destare attenzione.

I fianchi brulli, spelacchiati e carbonizzati dei monti fanno parte del paesaggio. Eppure i vecchi giurano e spergiurano che non era così un tempo. Nel trapanese c’è un tratto di costa che nulla ha da invidiare ai Caraibi, che va da San Vito lo Capo a Macari. Farsi il bagno in questo straordinario angolo del mondo dà l’idea di cosa sia la bellezza, quella vera. Tutto è pronto, ma il telegiornale della sera dà la notizia che non vorresti sentire: lo Zingaro, riserva naturale, brucia e migliaia di ettari sono andati in fumo.

Tutto questo non avviene per caso, ma c’è una vera mafia, che ogni estate balza agli onori della cronaca. Bruciano con agghiacciante sistematicità tutte le Regioni, con Liguria. Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Sardegna.

È risaputo che dietro le fiamme si celano gli interessi del crimine organizzato che, con l’accendino, decide dove e come costruire, delimita terreni, modifica forzatamente piani regolatori e fa affari d’oro. Parte della politica spesso tace, anzi è complice e partecipa agli utili. Si attiva, quindi, quel circolo vizioso che unisce in maniera indissolubile la malavita e la vita pubblica di questo Paese: un giro d’affari milionario, in cui a guadagnarci sono pochissimi, in cui il capitale italiano e quello straniero si mescolano fino a confondersi. Perché il confine tra legale e illegale, tra denaro sporco e denaro pulito in questo genere di business svanisce.

Combattere una guerra al Buio e al Nero, contro banditi, criminali dal cuore di pietra, che la vita ha messo sull’orlo del burrone, ma senza farli precipitare, non è cosa da “social”.

Sono gruppi di malavitosi, che trovano la strada libera sul territorio dello Stivale, ognuno con il suo spazio e con i suoi confini. Intanto il Belpaese brucia, anche in questa “Stagione di Cenere”, con la vegetazione in fumo, trovano strada facile i cambiamenti climatici.

Non intendiamo addentrarci sulla forza antincendio, anche perché un Canadair costa 40 milioni di Euro e non meno di 10 mila un ora di volo, ma tutto è in mano a società private. E qui entra in gioco l’ordinamento della Repubblica il cui governo attuale si compone di “sconsiderati che fanno paura”. Oltre ai problemi atavici degli incendi dolosi, nessuna delle grandi questioni che travagliano il pianeta, dall’emergenza ecologica alle migrazioni, passando per le disuguaglianze, può essere affrontata localmente intorno al campanile, bisogna alzare lo sguardo e partecipare a battaglie planetarie.

“Nella morsa incendiaria che sta cambiando in peggio e che avvolge il Paese, ci sono i cittadini che non tutti sono devoti ai SS. “Ciccio & Teo”. L’esecutivo ormai è cenere, ma non può illudere gli italiani che è in grado di far rinascere il Giardino dell’Europa, dalle proprie ceneri.

Lungi da noi mettere sotto accusa i singoli, alcuni dei quali stanno profondendo un serio impegno, noi andiamo oltre, questa legislatura è da cancellare.

A.M.I.Co.