DOVE SONO FINITI I 21 MILIONI PROMESSI PER LA RICERCA?

Set 7, 2018 | Dalla Confeuro

La ricerca in ortofrutta sia pubblica e sia controllata da esperti super-partes, non subordinata a interessi particolari. La ricerca deve essere a fianco dei produttori, per ottenere risultati utili alle aziende. Ma in Italia non le si dà sufficiente importanza, prima di tutto a livello politico. E’ quanto ha affermato il professore Silviero Sansavini intervenendo, mercoledì 5 settembre 2018, al talk show sulla frutticoltura italiana, organizzato a Forlì da Agrilinea e condotto da Sauro Angelini.
Il prof. Sansavini intervistato da Sauro Angelini
“Il ministro precedente – ha affermato Sansavini – aveva promesso 21 milioni per la ricerca, sempre annunciati e poi rinviati. E poi non ha mai firmato il decreto. E ora non mi pare che le cose siano migliorate con il nuovo governo. Il Ministero, con competenze adeguate e luminari di indubbio valore, dovrebbe controllare ogni progetto di ricerca. Ma il nostro sistema è troppo frazionato e non viene preso in considerazione. Mi piange il cuore accorgermi che siamo in condizioni tali da essere umiliati a livello mondiale. Molti nostri centri di ricerca non ricevono neppure i fondi per pagare le bollette”.
Gianluca Baruzzi, responsabile del Crea OFA di Forlì, ha ricordato che “nonostante tutto, facciamo i salti mortali per portare innovazione. Sul fronte pere, ad esempio, abbiamo 50 linee in avanzata fase di studio. Le pere attualmente in commercio sono state diffuse nell’800 e un rinnovo, o comunque un affiancamento con nuove varietà, è indispensabile. Sulle fragole abbiamo materiale di grande qualità, ma occorre farlo conoscere. I fondi per la ricerca mancano da 15 anni e se ancora si lavora è solo grazie ai privati. La ricerca co-finanziata è ancorata al territorio e risponde a problemi reali delle aziende.
E’ intervenuto anche l’esperto Angelo Minguzzi che ha precisato che ci sono tanti livelli di ricerca. “Con i progetti dei Gruppi operativi si cerca di inquadrarli. La costituzione della varietà chi la deve fare? Certe cose, la genetica di base, la sanno fare solo in pochi. Le biotecnologie arriveranno. La ricerca di base la deve portare avanti l’ente pubblico con soldi pubblici. Poi, per giungere alla varietà licenziata, si devono coinvolgere i privati. Tutti devono avere accesso ai risultati ottenuti dalla ricerca pubblica”.

Fonte: FreshPlaza