E SE SI CONSULTASSERO ANCHE I NON VOTANTI? (A.M.I.Co.)

Ago 28, 2019 | Dalla Confeuro

Sul web non c’è osservatore, commentatore, chiacchierone, pizzicallante della politica che non incolla appellativi ai non votanti. «Copritemi di insulti, ma per me – chi non vota è un idiota – fosse per me metterei un “balzello” per chi non vota». Di rimando: “e il ricavato come lo spenderesti?”
“Il mio è uno sfogo riferito a coloro che non votano “perché io protesto così” o perché “sono tutti uguali” oppure perché “tanto non cambia nulla“.

Per certi aspetti quando il numero dei non votanti è pari quasi a quello di chi ha votato, sorge più di una perplessità. Volendo azzardare una definizione “Siamo di fronte ad una Democrazia claudicante e falsata” i cui effetti collaterali si potrebbero sprigionare anche nel tempo”.

Succede che in questa non meglio definibile forma di protesta, si finisce per favorire coloro che della politica ne hanno fatto una macchina da guerra. Intanto nel profondo sud del sud, a Nicosia in Sicilia è nato il “movimento del non voto perché per loro non esisto”. Una notizia che si è persa nella periferia dell’agglomerato della Trinacria.

Nella sostanza il non voto è come se andasse tutto ad appannaggio del primo partito. Il non voto serve proprio a far sì che nulla cambi. Bisogna specificare che gli effetti dell’elevata astensione, incrementano il peso specifico del voto dell’apparato di partito.

I media ovviamente incoraggiano l’astensione. Piuttosto che ricordare che gli astenuti non se li fila nessuno, a sentire loro tutta la classe politica sta li a fustigarsi e recitare atti di dolore. Sicché chi si è astenuto gonfia il petto tronfio di soddisfazione e l’idiozia diventa virale. Non funziona il duo – “Lamento – nulla cambia” – quando si è fatto esattamente il gioco di chi scommette sulla percentuale di astensione.

Un protagonista: ” Diserto le urne da almeno 15 anni per scelta politica che piaccia o meno e dovrebbe essere rispettata. Le motivazioni sono diverse ma, una su tutte: votando, legittimerei un sistema politico e di potere che non condivido alla base, a prescindere dagli attori. Ritengo sia d’obbligo la coerenza, qualche volta, nonostante una cara amica ebbe modo di dirmi, molto tempo fa, che questa virtù non è di questo mondo.

Non è stato sempre così! Il Testo Unico delle leggi sul voto all’art.15 recitava: L’elettore che non abbia esercitato il diritto di voto, deve darne giustificazione al sindaco. L’elenco di coloro che si astengono dal voto senza giustificato motivo è esposto per la durata di un mese nell’albo comunale. Per il periodo di cinque anni la menzione ’non ha votato’ è iscritta nei certificati di buona condotta”. Insomma nell’anno 1957 votare era un obbligo. Questa norma, esponeva alla gogna pubblica i non votanti, pertanto è stata abolita nel 1993.

Einstein: “Follia è fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. Vista la grave crisi delle coscienze, diventa necessario durante le consultazioni, chiedere al Presidente Mattarella, il ripristino dell’articolo 15.

A.M.I.Co.