“GENTE DEL POPOLO: U N I A M O C I” (A.M.I.Co.)

Lug 3, 2019 | Dalla Confeuro

Tutto questo chiasso e fracasso, insulti, male parole invettive e balle esponenziali, trattasi del vademecum del perfetto sostenitore della “bora verde” che strappa e trascina ogni tentativo di scambiare l’odio con un minimo di buonsenso! E pensare che l’antidoto a cotanta presunzione è facilmente individuabile nei discorsi pronunciati, da uomini, leader e statisti, che hanno scritto la Costituzione della nostra Repubblica.

“Gente del popolo, lavoratori, di tutte le classi sociali. Le autorità romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni antidittatura. Ma non fa bisogno che quelle autorità si affannino molto: ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera: sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell’Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della casa dello Studente che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori. Nella loro memoria, sospinta dallo spirito di libertà, la folla è scesa nuovamente in piazza, per democraticamente respingere, come ne ha diritto, la provocazione e l’offesa. Io nego – e tutti voi legittimamente negate – la validità della obiezione secondo la quale il rigurgito di quel movimento in ogni sua forma è considerato reato dalla Carta costituzionale, la loro attività si traduce in una continua e perseguibile apologia di reato.(….)

Ed è ben strano l’atteggiamento delle forze dell’ordine, le quali, mentre hanno sequestrato striscioni che esprimevano nobili sentimenti, non ritengono opportuno impedire la deriva pilotata da maschere in nero che ogni giorno trasudano il fango della apologia del trascorso regime, che insultano la Resistenza, che insultano la dignità.
Questi valori, che resteranno finché durerà in Italia una Repubblica democratica sono: la libertà, esigenza inalienabile dello spirito umano, senza distinzione di partito, di provenienza, di fede. Poi la giustizia sociale, che completa e rafforza la libertà.
La Resistenza ha spazzato coloro che, parlando in nome della Patria, della Patria furono i terribili nemici perché l’hanno avvilita con la dittatura, l’hanno offesa trasformandola in una galera, l’hanno degradata trascinandola in una guerra suicida, l’hanno tradita vendendola allo straniero.(……)!

Sappiate che coloro che hanno riscattato l’Italia da ogni vergogna passata, sono i lavoratori, operai e contadini e lavoratori della mente, segregati nelle “fasciogalere” non perché avessero rubato, o per un aumento di salario, o per la diminuzione delle ore di lavoro, ma perché intendevano battersi per la libertà del popolo italiano, e, quindi, anche per la nostra libertà.

E’ necessario ricordare che furono gli operai, i lavoratori di mente, i contadini, quei giovani che, usciti dalle galere si lanciarono nella guerra di Liberazione, combatterono sulle montagne, furono deportati, torturati e uccisi e morendo gridarono “Viva l’Italia”, “Viva la Libertà”. E salvarono la Patria, purificarono la sua bandiera dalle svastiche “fascio – sabaudo”, la restituirono pulita e gloriosa a tutti gli italiani.

Oggi i portatori del pensiero in nero si sentono partito di governo, si sentono nuovamente sfiorati dalla gloria del potere, mentre nessuno tra i responsabili, mostra di ricordare che se non vi fosse stata la lotta di Liberazione, l’Italia, prostrata, venduta, soggetta all’invasione, patirebbe ancora oggi delle conseguenze di una guerra infame e di una sconfitta senza attenuanti, mentre fu proprio la Resistenza a recuperare al Paese una posizione dignitosa e libera tra le nazioni.

Ai giovani, studenti e operai, va il nostro plauso per l’entusiasmo, la fierezza, il coraggio che hanno dimostrato. Finché esisterà una gioventù come questa nulla sarà perduto in Italia. Noi anziani ci riconosciamo in questi giovani

E non vogliamo tradire, di questa fiera gioventù, le ansie, le speranze, il domani, perché tradiremmo noi stessi. Così, ancora una volta, siamo preparati alla lotta, pronti ad affrontarla con l’entusiasmo, la volontà la fede di sempre. Qui vi sono uomini di ogni fede politica e di ogni ceto sociale, spesso tra loro in contrasto, come peraltro vuole la democrazia. Ma questi uomini hanno saputo oggi, e sapranno domani, superare tutte le differenziazioni politiche per unirsi come quando l’8 settembre la Patria chiamò a raccolta i figli minori, perché la riscattassero dalla infamia dei “fasci”.

Noi, in questa rinnovata unità, siamo decisi a difendere la Resistenza, ad impedire che ad essa si rechi oltraggio. Questo lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei nostri morti, e per l’avvenire dei nostri vivi, lo compiremo fino in fondo, costi quello che costi”.

A.M.I.Co.

(Fonte: Fortebraccio)