SEA WATCH UNA “LESIONE MORALE” – (A.M.I.Co.)

Lug 1, 2019 | Dalla Confeuro

“Roba da chiodi” questa locuzione può significare “roba di pessima qualità” oppure la trattazione di argomenti strani o mai sentiti o, più spesso, una azione spregevole e quindi da biasimare. È noto, infatti, che un tempo i fabbri adoperavano gli avanzi di ferro, i residui di altre lavorazioni, insomma materiale di scarto per fabbricare i chiodi quando questi (i chiodi) venivano lavorati a mano. In senso traslato, quindi, “roba da chiodi” si riferisce a un comportamento non corretto, quasi “spregevole” come lo era la materia di scarto con cui erano fabbricati i chiodi.

Non è semplice accettare una sconfitta?

C’è chi riesce ad evitare il peggio realizzando un corretto percorso di accettazione, lento e delicato e riparatore. Altri, invece, si rifiutano di accettare la fine e tentano disperatamente di sferrare il colpo di coda. “Ma il destino di ogni chiodo è ricevere martellate”. Quindi, prima di creare un buco più grande, è bene riflettere.

Sia le cose grandi, sia quelle più piccole, prima o poi finiscono, perché tutto nella vita “è in prestito” e ha una data di scadenza. “… nulla dura: né la notte stellata, né le disgrazie, né la ricchezza; tutto ciò, all’improvviso, un giorno è fuggito”.(Sofocle). Tutti lo sappiamo e, nonostante ciò, continuiamo a dipingere quelle fantasie di eternità.

Non c’è bisogno dell’indovino, gli italiani hanno capito perfettamente che il ministro degli interni ingigantisce e strumentalizza ogni onda che affonda un immigrato. La Sea Watch è stata utilizzata, come sponda in una strategia ormai chiara tesa a destabilizzare le istituzioni democratiche.

D’altro canto, è falso affermare che gli sbarchi sono diminuiti, perché sono aumentate le morti di chi fugge e, come si è detto, si è intensificata al massimo l’opera degli scafisti speculatori. La solita tattica: si danno notizie infondate per colpire l’opinione pubblica, per non ammettere che la sua politica di limitazione degli sbarchi è clamorosamente fallita.

Questa è tracotanza che caratterizza molte autorità costituite, che tra l’altro hanno giurato di rispettare la Costituzione della Repubblica.

L’arroganza, la spacconaggine, il sentirsi superiore è il riflesso che cela una grande insicurezza e una falsa convinzione di se stessi. Una persona arrogante brucia piano piano dentro, ecco perché spesso fa terra bruciata intorno a sé, di norma porta con sé un bagaglio pesante di prepotenza, di collera e vive in uno stato di negazione…

È tutto un grande morbo camuffato. Questo è il significato profondo dell’arroganza, qualcosa di marcio viene presentato come qualcosa di bello e stabile, in realtà è l’opposto.
In tutti noi c’è un dose di arroganza, quindi è una caratteristica generale che ci porta ad una riflessione sicuramente più grande. Se ho qualcosa valgo qualcosa, invece è l’esatto opposto: se sono, necessariamente ho e valgo. E pensare che Confucio diceva addirittura: “La meschinità è preferibile all’arroganza”.

L’ultimo, solo in ordine di tempo, linciaggio: “vanno impiccati, affogati, affondare la nave, bombardare a largo”, ed altre irripetibili elucubrazioni mentali, hanno scavato un solco, una lesione “morale” uno “squarcio” nella Nave Italia che in passato, proprio per vincere la tracotanza, ha sacrificato milioni di vite. Oggi quei valori, l’orgoglio di sentirsi liberi in un Paese democratico, lentamente stanno sbiadendo.

Se il presente è grigio, il dopo assemblato con martello e chiodi è il nulla prodotto dal niente.

Da questo meccanismo preconfezionato, non ci resta che prendere le distanze. “Non è detto che chiodo scaccia chiodo!”.

A.M.I.Co.