Circolano con insistenza voci che, per cambiare in meglio lo Stivale, le tattiche che pagano vanno da nemmeno uno straccio di programma, dimostrare nei fatti che mai hai lavorato, girovagare a spese dei contribuenti, sempre pronti ai selfie e ingozzarsi ovunque. Poi combattere gli unici nemici dell’Italia, i clandestini, alimentare lapidi senza nomi e senza fiori, scavare fosse ideologiche, fuochi d’artificio, luminarie magiche, bolle di sapone, aria fritta. Proprio questo repertorio invidiabile sciorinano i pionieri del Cambiamento ma nei fatti – “come prima più di prima governerò”.
Chi l’avrebbe mai immaginato che i “pattisti” alla tedesca, facessero peggio del peggiore malgoverno della 1a Repubblica.
Quelli della prima, non parlavano di giovani, questi della ? fanno a gara tutti parlano di giovani, futuro ambiente, sostenibilità e sviluppo, ma quando si tratta di legiferare guardano dallo spioncino della loro porta e ci mettono dentro solo ciò che fa comodo.
Finché il tracollo della nostra economia viene raccontato con l’intento di assolvere o discolpare l’uditorio, di farlo sentire vittima e con la coscienza a posto, di coccolarlo, di rabbonirlo e magari di strappargli il suo voto, non capiremo mai cosa è successo davvero e tutto resta il vecchio ritornello mistificatorio.
Un pizzico di coraggio per dire pane al pane e vino al vino, per decenni il nord-ovest del mondo si era procurato il suo benessere attraverso un modello di sviluppo insostenibile, basato su due tacite premesse: primo, che la natura potesse essere sfruttata senza limiti e senza scrupoli; secondo, che gli altri popoli del mondo se ne restassero a morire di fame.
Intanto lo Stivale, rispetto agli altri paesi industrializzati, è riuscito nel capolavoro di allineare un enorme debito pubblico, una tassazione schiacciante, una evasione fiscale spaventosa, senza crescita e una popolazione fatta per i 4/5 di anziani.
Adesso il banco è saltato. Gli altri popoli hanno iniziato a scrollarsi di dosso il loro stato di minorità.
Noi invece siamo davanti ad un bivio, ammettere le responsabilità e ricercare i rimedi, oppure siamo destinati a scomparire negli abissi della più cieca “presunzione”, come l’opzione leghista. Sceglierla equivale a rimanere in agonia, distraendoci con la caccia al negro e con la gogna mediatica.
Si cambia ragionando, guardando in faccia alla realtà, imponendo la trasparenza e investendo sull’istruzione, sfruttando l’innovazione e recuperando la parte del mondo che forzatamente è spopolato
Basta con la politica televendita, chi vuole fare politica deve farlo a viso aperto, assumendosi le responsabilità. A.M.I.Co aderisce alla raccolta firme per una legge di iniziativa popolare, “Figli Costituenti” per aggiornare la Costituzione con i nuovi princìpi di equità fra generazioni, difesa dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Noi con quella
parte di giovani che sono stanchi di venire fregati. Per i quali strillare contro l’Europa, il neoliberismo, le Onlus e le Ong., mentre l’economia collassa non è una fine onorevole. Per i quali il problema del governo non è che è cattivo, ma è bugiardo e continua a fregarli.
È incontrovertibile che siano le nuove generazioni a riordinare i cocci di un recente passato, assai inglorioso, e a riscrivere le nuove regole che Interpretano i cambiamenti geopolitici in atto.
A.M.I.Co.
FIGLI COSTITUENTI
… una proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Andrea Mazziotti e Piercamillo Falasca, entrambi membri di +Europa, che mira a inserire in Costituzione la sostenibilità ambientale e generazionale.
Questi gli articoli della costituzione che la legge andrebbe a cambiare:
ART 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale anche nei confronti delle generazioni future. Promuove le condizioni per uno sviluppo sostenibile.
ART 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Riconosce e garantisce la tutela dell’ambiente come diritto fondamentale.