GLI SCHERZI E LA POLITICA

Gen 23, 2018 | Dalla Confeuro

Cosa sta facendo la politica per farci capire che hanno agito nel giusto e soprattutto negli interessi generali del Paese e dei cittadini che sempre in punta di piedi! Valutando I fatti, ci si rende conto che i politici hanno fatto molto, ma prima è quasi solo per loro e per quelli che come utili idioti, affollano scale e corridoi.
Ormai tutti gli altri difficilmente, italici cittadini, ricuciranno il rapporto con la politica.
La crisi perdura ed ha radici lontane, ritornano in mente soggetti che dalla politica sono stati miracolati e riaffiora un caso per tutti “la biancheria intima di colore verde del governatore del Piemonte.
Caduto il muro a Berlino, sono venute meno le appartenenze “granitiche” che avevano caratterizzato il dopoguerra e spiegavano in larga misura l’alta partecipazione al voto, la capillare presenza delle sedi dei partiti sul territorio, la forte stabilità degli scenari che si registravano ad ogni tornata elettorale.
Negli ultimi tre decenni abbiamo assistito ad un processo di secolarizzazione dalla politica che fino ad allora era stata molto pervasiva e rappresentava una sorta di tratto identitario in grado di influenzare anche lo stile di vita individuale. Oggi la politica rappresenta solo uno o più filoni economici, senza una precisa identità, c’è gente iscritta alle organizzazioni di sinistra, ma la domenica segue messa e nella “gabbina” segna il simbolo della secessione.
Con “mani pulite” sono venuti a galla, in tutta la loro drammaticità, corruzione, tangenti e ruberie, camuffate come finanziamento ai partiti.
Erano i primi anni ‘90, la discesa in campo del “cavaliere” senza cavallo, ma potente proprietario di diverse reti televisive. Dopo il potere aspettavamo facesse chiarezza, ma niente in questa direzione così che il dubbio è diventato sospetto, alimentando la convinzione che la politica è distante dai cittadini, incapace di rappresentarne le domande, i bisogni e le aspettative.
La situazione si è ulteriormente fatta critica a partire dal 2008, ossia dal conclamarsi della crisi economica a seguito della quale le famiglie sono state chiamate a fare molti sacrifici, a rivedere il proprio stile di vita e di consumo.
Un’indignazione che molto spesso, allora come oggi, è alimentata anche da un livello di conoscenza molto parziale del reale funzionamento delle istituzioni. Insomma, una massa di fannulloni, che mantengono l’attività professionale lucrando l’indennità assegnata ai parlamentari.
Nel tentativo di recuperare il rapporto deteriorato con cittadini e di guadagnare consenso, la politica ha reagito abolendo, di fatto, il finanziamento pubblico dei partiti. Forse sarebbe stato sufficiente definire un tetto massimo di finanziamento, disciplinando in modo stringente le modalità di impiego dei rimborsi elettorali e istituire rigorose forme di controllo. Niente di tutto questo, la politica continua a finanziarsi con i soldi dei contribuenti, che doppiamente si sentono ingiuriati, raggirati, traditi da coloro che continuano a promettere ma invece di dare prendono. Forse questo è il tempo dell’antipolitica, basti pensare che nel 2016 meno di un milione di Italiani a destinato ai partiti il 2 ×1000 dell’irpef. Questo significa che questa politica e i suoi attori appartengono solo al mondo degli “scherzi a parte” dove tutto è finto e i personaggi sono sempre gli stessi.
Chissà se la notte tra il 4 e 5 di marzo, brillerà la Luna o brucerà il Sole.